di Giancarlo Bovina
“Normalmente percepita come l’avanzata del deserto, meccanismo che per alcuni paesaggi siciliani, pugliesi o sardi non è certamente poi così lontano, la desertificazione è un fenomeno complesso, con cause e manifestazioni differenziate (siccità, erosione, salinizzazione, impermeabilizzazione, incendi, cementificazione ecc.), ma che in sostanza si traduce nella “riduzione o distruzione del potenziale biologico del terreno con l’instaurarsi di condizioni analoghe a quelle di un deserto naturale”; in altri termini nella incapacità dei suoli di sostenere vita vegetale ed animale.
Da una costa all’altra del Mediterraneo si tratta di un fenomeno del quale i ricercatori di Marevivo hanno frequentemente e direttamente rilevato le tracce (in alcuni casi anche evidenti) spesso anche grazie alle informazioni acquisite dalle persone incontrate nei porti e dal confronto con tecnici ed amministratori locali.
Tra i tanti segnali raccolti, i problemi di approvvigionamento idrico di Istanbul, l’abbassamento degli acquiferi costieri di Corfù e della costa sud occidentale siciliana (quella rilevata), il sovrasfruttamento, oltre la capacità di rinnovamento, degli acquiferi carbonatici dei rilievi che si affacciano sul Golfo di Gaeta, e i fenomeni di intrusione salina (contaminazione delle falde continentali ad opera di quelle marine richiamate per l’eccessivo sfruttamento dell’acqua dolce) registrati lungo le coste turche ed italiane (Lazio meridionale). Segnali evidenti di una crisi idrica che hanno trovato immediata conferma nella recente dichiarazione di “stato di calamità naturale” per l’Italia meridionale e delle isole maggiori, territori fortemente colpiti dal fenomeno.
Ma oltre la siccità, ed i problemi di cattiva gestione delle risorse idriche, anche gli effetti degli incendi sui versanti collinari (come nel Golfo di Argostoli, in quello di Gaeta e lungo il Promontorio del Circeo), i disboscamenti di Creta realizzati in passato per dar posto a coltivazioni, oggi abbandonate, e che hanno lasciato i terreni privi di quella manutenzione, attenta e capillare, indispensabile per il controllo del dilavamento e dell’erosione dei suoli; la strage di ulivi di Corfù ed infine la stessa antropizzazione delle coste come brevemente descritto più oltre.