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I granuli di plastica sono piccoli pellet utilizzati per creare prodotti in plastica e sono estremamente pericolosi per l’ambiente marino. Grandi quanto una lenticchia, sono una materia prima nell’industria della plastica e servono a produrre numerosi articoli di plastica, dalle bottiglie monouso agli apparecchi televisivi.

L'impatto sulla vita marina

Vengono chiamati anche “lacrime di sirena”, un appellativo che risulta appropriato, visto il loro enorme impatto negativo sugli ecosistemi marini. Sono piccoli, numerosi e potenzialmente tossici. Vista la loro somiglianza con uova di pesce o piccole prede, vengono scambiati per cibo dagli animali marini, che sono soggetti a rischi elevatissimi per la loro ingestione. La plastica può rimanere intrappolata nello stomaco di un animale causando ulcerazione, facendoli sentire pieni e impedendo loro di mangiare cibo vero. Questo può portare alla fame e potenzialmente alla morte. Le sostanze chimiche tossiche contenute nelle microplastiche possono passare agli animali che le mangiano, causando ulteriori danni – e finendo anche nella catena alimentare.

I granuli possono anche avere un impatto sulla sabbia, cambiando la sua temperatura e permeabilità, e questo crea danni all’intero ecosistema della spiaggia, dove ad esempio le tartarughe marine depongono le loro uova.

L'entità del problema

Le piccole dimensioni dei granuli rendono facile il loro trasporto come materia prima, che poi i produttori fondono e modellano in tutti i tipi di prodotti di plastica. Purtroppo queste sferule durante il trasporto e la produzione possono essere rilasciate inconsapevolmente, finendo nei fiumi e negli oceani attraverso i condotti di scarico.

Si stima che ogni anno nel mondo 230 mila tonnellate di granuli di plastica finiscono negli oceani, 73 mila tonnellate solo in Europa.

Immagine: Fidra

Come finiscono negli oceani

Gli sversamenti accidentali dei granuli di plastica sono molto frequenti e possono avvenire in qualsiasi fase del processo industriale, dalla loro produzione al trasporto fino alla produzione di prodotti in plastica e, ancora, quando di nuovo gli oggetti vengono riciclati in sferule.

I granuli sono piccoli, leggeri e galleggiano sull’acqua: questo li rende facilmente trasportabili negli scarichi, arrivano fino al mare, dove si diffondono rapidamente.

Immagine: Fidra

Lo Staffordshire University’s Microplastic and Forensic Fibre Research Group stimato la concentrazione di granuli sulla spiaggia di Hightown a Liverpool, nel Regno Unito. È stata rilevata una media di 139,8 granuli per metro quadro. Come dire centoquarantamila granuli su un chilometro di linea costiera di alta marea.