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Tutela della salute e salvaguardia dell’ambiente rappresentano un binomio indivisibile. È importante focalizzare l’attenzione sul profondo legame che intercorre tra il mare e la salute umana e sulla necessità, sempre più urgente, di prenderci cura degli ecosistemi marini. In linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, siamo impegnati ad attuare politiche e comportamenti che diano impulso a un processo virtuoso di transizione ecologica, favorendo un uso sostenibile delle risorse ambientali“.

Ad affermarlo il Ministro della Salute Orazio Schillaci in un messaggio inviato in occasione del convegnoMare e Salute‘  tenutosi lo scorso 15 giugno a Roma all’Istituto Superiore di Sanità, a cui abbiamo partecipato nella persona del Dott. Antonio Ragusa, Membro del Comitato Scientifico Marevivo e Direttore di Ginecologia e Ostetricia Ospedale Fatebenefratelli di Roma.

Microplastiche ormai ovunque negli oceani, capaci di trasportare microrganismi patogeni, composti chimici PFAS rinvenuti fino al Polo Nord, batteri e virus nocivi presenti in quantità sempre maggiori a causa del cambiamento climatico: sono soltanto alcune delle spie del peggioramento della salute dei mari che vediamo sotto i nostri occhi.

Il mare ha un ruolo centrale nell’equilibrio dell’ecosistema, che riguarda anche la nostra salute e il nostro benessere ed è per questo stiamo cercando di mettere a sistema tutte le nostre conoscenze per valutare il suo stato di salute, secondo un approccio One-water for One-health“, ha dichiarato il Direttore Generale dell’ISS, Andrea Piccioli.

Il Dott. Antonio Ragusa ha presentato, per l’occasione, il suo intervento dal titolo “Mare interno e Mare esterno: Relazione e Reciprocità” incentrato sullo studio guidato in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, che ha riscontrato la presenza di frammenti di microplastiche nella placenta sia materna che fetale.

I rischi per la salute dei bambini che già alla nascita hanno dentro di sé delle microplastiche ancora non si conoscono, bisogna continuare a fare ricerca. Ma già sappiamo da altri studi internazionali che la plastica per esempio altera il metabolismo dei grassi. Riteniamo probabile che in presenza di frammenti di microplastiche all’interno dell’organismo la risposta del corpo, del sistema immunitario, possa cambiare, essere diversa dalla norma.” sottolinea Ragusa.

"MARE INTERNO, MARE ESTERNO" - QUI LA PRESENTAZIONE DEL DOTT. RAGUSA