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Il Parco Nazionale del Gran Sasso ha negato agli enti locali il permesso di illuminare di rosa il Corno Grande in occasione del passaggio del Giro d’Italia a Prati di Tivo. Per una volta una buona notizia, che mette al primo posto la salvaguardia della natura piuttosto che i profitti economici.

Se non fosse, però, che i promotori dell’iniziativa – organizzatori ma soprattutto amministrazioni comunali – hanno contestato la decisione, argomentando da parte loro che l’iniziativa sarebbe un’ottima occasione per rilanciare il territorio a livello internazionale, e hanno addirittura convocato una conferenza stampa per riprendere in considerazione l’idea di illuminare il parco.

Ancora una volta, l’ambiente rischia di pagare le conseguenze delle nostre azioni.

NOI SIAMO CON IL PARCO! La natura non può sopportare più abusi di quelli che già subisce. Non dobbiamo permettere che l’economia soppianti l’ecologia. Fare in modo che questo avvenga sarebbe un comportamento irresponsabile e sconsiderato. 

A sostegno della posizione del Parco e degli ambientalisti, lo studio del Prof. Battisti, esperto ecologo e naturalista dell’Università di Roma Tre, che testimonia i danni dei grandi eventi organizzati in siti naturali sulla fauna locale. L’analisi si è svolta a Campo di Mare, a pochi chilometri da Roma, con l’obiettivo di monitorare il comportamento di diverse specie di uccelli prima e dopo lo svolgimento di un mega concerto in spiaggia. L’inquinamento acustico e luminoso causato da tale iniziativa ha sottoposto gli animali a forti stress, costringendoli a spostarsi in zone limitrofe all’evento, dove il suono era meno assordante.

Il Prof. Battisti afferma che a lungo termine questi spostamenti forzati provocati dallo stress da inquinamento acustico e luminoso potrebbero avere un effetto negativo sulla capacità di riproduzione, sulla fisiologia e sul comportamento delle specie coinvolte. 

Il rischio non cambia se riportato agli ecosistemi marini, dove l’eccessivo rumore può causare la temporanea perdita dell’udito degli animali marini come pesci e delfini ma anche rettili come le tartarughe che fanno affidamento sul loro udito subacqueo per orientarsi, comunicare con individui della stessa specie e difendersi dai predatori. Inoltre il suono si propaga più rapidamente attraverso i liquidi, percorrendo grandi distanze: perciò un forte rumore prodotto sulla spiaggia potrebbe anche danneggiare una balena che si trova in mare aperto. 

Di fronte a queste informazioni così preoccupanti, dobbiamo prendere atto delle ripercussioni a livello ambientale causate dai grandi eventi su spiagge e siti naturali e ricordare alle amministrazioni e agli organizzatori che l’Articolo 9 della nostra Costituzione promuove “la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni”.

 

DICIAMO NO! Sostienici firmando la petizione 

👉🏻 https://www.change.org/p/no-ai-grandi-eventi-su-spiagge-e-siti-naturali 

Per la salute dell’ambiente, del Mare e di noi tutt*

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