Una squadra di dieci subacquei Marevivo si è immersa lo scorso sabato nelle acque di San Felice Circeo per un importante intervento di recupero reti: l’operazione si inserisce nell’ambito della campagna “Replant – Dona ossigeno al pianeta”, che ha l’obiettivo di proteggere e ripopolare le foreste marine minacciate dalle attività umane.
La Posidonia oceanica è una pianta marina che ha un ruolo fondamentale nella produzione di ossigeno. Si stima che ogni metro quadrato di prateria in buona salute possa arrivare a liberare fino a 14-16 litri di ossigeno al giorno, rappresentando un vero e proprio polmone blu del nostro mare. Contribuisce, inoltre, alla salvaguardia dei litorali, smorzando l’effetto del moto ondoso ed è fondamentale nella difesa di fondali e coste dall’erosione.
Dopo un primo sopralluogo per analizzare le condizioni dell’area e le modalità meno invasive di intervento, i subacquei si sono immersi a una profondità di oltre 30 metri, rimuovendo una rete strascicante lunga circa 450 metri, del peso di circa 500 kg. Tra le maglie sono state rinvenute numerose forme di vita tra cui stelle marine e una murena, prontamente liberate dalla rete.
Gli attrezzi da pesca, tra cui le reti, sono i rifiuti di plastica maggiormente presenti nei mari di tutto il mondo e rappresentano una delle più serie minacce alla biodiversità marina: sono estremamente pericolose, perché si trasformano in trappole per la fauna marina e continuano a pescare, soffocando i fondali e distruggendo le forme di vita bentonica. Si sminuzzano, infine, nel tempo e diventano microplastiche che, entrando nella catena alimentare, arrivano anche all’uomo. Si stima che ogni anno, nel mondo, circa 100.000 mammiferi marini e un milione di uccelli marini muoiano a causa dell’intrappolamento in reti da pesca fantasma o per ingestione dei relativi frammenti.
«Si tratta di un altro importante traguardo raggiunto da Marevivo che conduce ogni anno, dal 2003, operazioni di recupero di reti abbandonate in numerose località italiane. Ad oggi abbiamo rimosso oltre 10.000 metri di reti. – spiega Massimiliano Falleri, Responsabile Divisione Sub Marevivo – Quest’ultima operazione, tecnicamente impegnativa, ci ha permesso di rimuovere una rete pesante ma relativamente “giovane”, abbandonata, secondo le nostre stime, da circa quattro anni. L’intervento ci ha permesso non solo di limitare i danni che la rete avrebbe potuto arrecare ma soprattutto di liberare la Posidonia, tornando a far respirare il nostro mare.»
L’operazione è stata realizzata grazie al supporto di Zignago Vetro, alla collaborazione con il Comune di San Felice Circeo, che ha concesso il patrocinio all’iniziativa e si occuperà dello smaltimento, e all’aiuto della Capitaneria di Porto di Terracina e San Felice Circeo.
«Vedere i risultati dell’operazione ci rende orgogliosi di essere parte di questo meraviglioso progetto ormai da ben due anni. – ha affermato l’Amministratore Delegato di Zignago Vetro, Roberto Cardini – La collaborazione con Marevivo rappresenta un’importante sinergia che ci consente, da un lato, di attuare le politiche ESG dell’azienda, con un particolare focus sull’acqua e sugli oceani, dall’altro di realizzare il nostro obiettivo più ambizioso: essere parte di un cambiamento positivo nel mondo. Desidero esprimere il mio più sentito ringraziamento, a nome di tutta l’azienda, ai professionisti che hanno reso possibile questa e molte altre operazioni. Noi ci auguriamo di poterli supportare ancora per moltissimo tempo.»
Il Sindaco di San Felice Circeo, Monia Di Cosimo, ha dichiarato: «Ringraziamo Marevivo, associazione con cui abbiamo avuto il piacere di collaborare anche in passato, per l’attività svolta, che ha consentito di rimuovere dai nostri fondali una rete strascicante che rappresentava una minaccia per la fauna marina e un possibile danno anche per la flora. Come Comune, siamo ben felici di sposare iniziative come questa, che puntano a sensibilizzare noi tutti sulla necessità di tutelare i nostri mari e più in generale l’ambiente in cui viviamo.»
Un ringraziamento particolare va, infine, al Parco Nazionale del Circeo e a Umberto Natoli, un affezionato della zona che proprio durante una delle sue immersioni ha scoperto questa situazione così delicata che metteva a rischio la vita marina.