In occasione della Giornata Mondiale per la Cura del Creato, abbiamo scritto a Papa Francesco con la richiesta di mettere in campo azioni concrete per una reale transizione ecologica, partendo dallo Stato del Vaticano.
“Chiediamo che sia un Giubileo rivoluzionario che porta il messaggio alla conversione spirituale per il quale è nato, unito, perché uniti devono procedere, a quello di una conversione ecologica”. Queste le parole di Rosalba Giugni, Presidente Marevivo, che nella missiva chiede al Pontefice di passare dalle parole ai fatti, dall’insegnamento dottrinale alla realizzazione della ricetta per la transizione ecologica. Tre le necessarie azioni da intraprendere: la transizione energetica, quella alimentare e il passaggio a un’economia circolare, affinché la nostra civiltà non produca rifiuti “eterni” ma sappia trasformarli. Il Vaticano potrebbe affrontare il risparmio energetico aumentando la produzione da fonti rinnovabili, già avviata da Papa Benedetto XVI che fece installare cinquemila metri quadri di pannelli solari sulla Sala Nervi (producono 300 megawatt all’anno). La medesima operazione si potrebbe estendere a tutti gli edifici di sua appartenenza.
Sul tema dell’alimentazione sostenibile la Chiesa ha un’antica pratica che prevede l’astinenza dalle carni il venerdì. I Vescovi inglesi l’hanno messa in pratica dal 2011 con risultati incoraggianti e i ricercatori di Cambridge hanno misurato quanto carbonio non è stato emesso in questo tempo: ben 55 mila tonnellate all’anno. Se tutto il mondo seguisse la pratica di astenersi una volta alla settimana dal mangiare animali terrestri e marini – cominciando dai conventi, scuole, mense cattoliche – ci sarebbe un grande risparmio di acqua, di suolo e naturalmente di emissioni di gas serra. Occorre, inoltre, promuovere un’economia circolare che metta al bando l’usa e getta iniziando proprio dalla gestione dello Stato del Vaticano, e indicendo il Giubileo 2025 come primo Giubileo “plastic free”. Queste azioni porterebbero a un risparmio di rifiuti inimmaginabile.
Sarebbe, infine, importante introdurre il divieto di volo dei palloncini a San Pietro e in tutte le parrocchie del mondo, dove si celebrano funerali, matrimoni, eventi speciali, che spesso si concludono con il rilascio nell’ambiente di una notevole quantità di plastica che, dopo aver dato l’illusione di uno spettacolo attraente, ricade nei fiumi, sulla terra e nel mare per diventare microplastica indistruttibile che entra anche nel corpo umano, alterandone l’integrità.
“Sicuramente una ricetta difficile, ma possibile”, conclude la Giugni. “Sarai ricordato anche per essere riuscito a dare inizio al cambiamento di rotta che la nostra civiltà deve intraprendere per scongiurare la sesta estinzione di massa che si sta prospettando”.