Si è svolto sabato 13 aprile a Rimini l’evento “Porto Party”, promosso dall’Associazione ambientalista riminese Basta Plastica in Mare, con il supporto di Marevivo e del Coordinamento italiano tutela ambienti naturali dai grandi eventi (C.I. T.A.N.G.E.) che raccoglie a livello nazionale oltre 50 associazioni che si occupano di tutela e difesa dell’ambiente in tutte le sue forme.
Dopo il saluto della Presidente di Marevivo, Rosalba Giugni, e l’intervento della Presidente di Basta Plastica in Mare, Manuela Fabbri, l’evento è entrato nel vivo, con un convegno sul tema delle Aree Marine Protette e della difesa della biodiversità degli ambienti fragili – con interventi di esperti scientifici e giuridici –un pranzo vegetariano e una eco-camminata, partendo dalla spiaggia libera del Porto, con la pulizia del tratto di costa messo a dura prova da eventi di ogni tipo, persino motoristici.
I promotori dell’iniziativa chiedono il rispetto della Costituzione italiana, di cui l’Articolo 9 riconosce e promuove il principio di tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni accanto alla tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico della nazione.
Manuela Fabbri per l’associazione promotrice si è rammaricata del fatto che ancora, in particolare sulle coste della penisola il cui mare è risorsa meravigliosa ed essenziale, nonostante il marketing turistico sia più interessato alla natura che ai tempi dell’obsoleto turismo di massa, sia necessario alzare la voce per opporsi all’abuso dei luoghi naturali, spiagge libere in testa. E si chiede: “Perché nonostante le numerose strutture e infrastrutture esistenti a Rimini per dare sede agli eventi ludici e turistici, si mette a reddito la natura con innaturale antropizzazione e inquinamento di rifiuti, rumori, luci?”
Due ore e mezza di parole e fatti concreti coordinate da Franco Borgogno, grande ambientalista e scrittore, responsabile scientifico European Research Institute e presidente onorario dell’associazione che ha sede a Rimini.
Il primo contributo scientifico è stato di Daniela Addis, avvocata e presidente dell’associazione professionale Generazione Mare, che ha esposto un interessante quesito legale, le cui risposte ha ritrovato nella cultura giuridica: “Quanto le concessioni di demanio pubblico sono compatibili con gli articoli 9 e 41 della Costituzione e nell’ordinamento giuridico esistente?”.
Marco Zaoli ha compiuto un excursus molto preciso su quanto sia necessario, alla luce dei cambiamenti climatici, proteggere le zone umide per almeno tentare di contenere il consistente innalzamento del mare che arriverà implacabile di qui a pochi decenni. E si è chiesto come e perché gli amministratori riminesi, come invece hanno fatto in parte progettando il piano dell’arenile, non si pongano come obiettivo anche quello di prevedere la protezione delle aree ancora libere da concessioni e stabilimenti balneari.
Francesca Santarella di Ci.Tange ha raccontato perché si è formato il coordinamento nazionale, cosa ha ottenuto e intende far conoscere alle comunità di cittadini consapevoli, agendo sulle amministrazioni affinché esercitino il proprio ruolo salvaguardando il bene comune, l’ecosistema nelle aree più preziose e protette.
Roberta Corsi di Asoer ha poi proseguito il racconto entrando nei dettagli: l’intricata vicenda della nidificazione riminese del pullo di fratino proveniente da Cervia è purtroppo finita male, nonostante l’attenzione e le cure di tanti attivisti, poiché è difficile proteggere le aeree aperte perimetrandole con reti e transenne. Così ora il fratino a Rimini non c’è più e neppure il cartello che ne annunciava la presenza. Tant’è che l’area della ex Colonia potrà essere spianata dalle ruspe senza alcun problema, dando spazio al palco e alle migliaia di spettatori della BeachArena.
Ha concluso il dialogo scientifico Romeo Farinella, docente ordinario di urbanistica a UniFe, già nel comitato scientifico delle due edizioni del Summer Camp “La Natura del Mare”, che ha esposto il valore dei progetti per preservare le coste e le aree umide svolti insieme agli studenti di Ferrara, tra cui Viola Antinori di Novafeltria, presente all’incontro, la cui tesi di laurea sul ripristino di un grande parco verde rinaturalizzato al posto dell’aeroporto di Rimini lascia immaginare quanto sarebbe possibile realizzare di sostenibile sul Marano.
“È lecito chiedersi di chi è la città?” si chiede Farinella. Il tema della biodiversità urbana è centrale e riguarda il valore che le vogliamo attribuire nella nostra cultura e nelle nostre aree urbane. La biodiversità è un obiettivo strategico del Green Deal Europeo, mentre spesso alla pratica di governo condivisa e dialogante, si preferisce una pratica di comando dove l’idea di “cittadinanza attiva” è sostituita con quella di “soggetto portatore di interessi”.