Il Presidente Mattarella, nel suo discorso di insediamento, ha pronunciato una frase al passo con i tempi, eccola: “Un’Italia impegnata nella difesa dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi, consapevole delle responsabilità nei confronti delle future generazioni”.
Sono le cose che abbiamo sentito dire da tutti i politici, ma proprio tutti, riuniti al summit di Glasgow (ne avete più sentito parlare?). Buoni propositi, anzi: ottimi. Ma poi?
L’Europa si pone come baluardo alla difesa dell’ambiente e molte direttive europee esprimono chiaramente questa intenzione, come la Strategia Marina e la definizione di Buono Stato Ambientale che contiene.
Tuttavia nella definizione delle fonti energetiche ritenute sostenibili, la cosiddetta tassonomia verde include nucleare e gas. Alle parole seguono fatti che contrastano con le intenzioni espresse.
È dai tempi di Rio de Janeiro, con la Convenzione sulla biodiversità, nel 1992, che si dichiara l’importanza della biodiversità. Nel frattempo, nel nostro Paese, le competenze scientifiche sulla biodiversità, prima tra tutte la tassonomia (la scienza che esplora e descrive la biodiversità, dando il nome alle specie), si sono estinte.
Non abbiamo mai investito sulla conoscenza della biodiversità e il pericolo è che, se si dovesse scegliere di dedicare enormi risorse al riguardo, queste rischierebbero di essere affidate a persone in gran parte incompetenti sull’argomento.
Si dichiara una cosa (biodiversità ed ecosistemi sono importantissimi) e poi si fa altro (nucleare e gas sono sostenibili).
Il Parlamento mette a punto leggi in difesa del mare e poi, con il nobile intento di migliorarla, la legge Salvamare si arena, esce dal mare e finisce su una spiaggia.
Il rischio è che i miliardi dedicati alla transizione ecologica, in cui biodiversità ed ecosistemi hanno valore centrale, come ha puntualizzato il Presidente, verranno spesi per tutt’altro, in nome di biodiversità ed ecosistemi.
Il Presidente Mattarella è persona sincera e limpida, per questo lo invitiamo a vigilare sulle sorti della transizione ecologica e a chiedere rigore nella scelta di chi la dovrà attuare.
Saranno chiamati gli esperti a rimettere a posto la biodiversità e gli ecosistemi, la cui alterazione ci rende colpevoli di fronte alle generazioni future? I fatti parlano più forte delle parole, e le smentiscono.
Non abbiamo mai investito in biodiversità ed ecosistemi. Ora che capiamo che sono importanti, anzi, vitali, abbiamo il problema di formare il capitale umano che se ne dovrà occupare. Perché le cose le fanno le donne e gli uomini.
Noi, associazioni ambientaliste, abbiamo molto a cuore l’ambiente e possiamo contribuire alla transizione ecologica smascherando le dichiarazioni di intenti non seguite da fatti conseguenti.
Siamo felici che il Presidente Mattarella parli di generazioni future, di biodiversità ed ecosistemi. Siamo sgomenti/e nel vedere come queste magnifiche intenzioni diventino altro (nucleare e gas) al momento di metterle in atto. Nucleare e gas non sono fonti ecologicamente sostenibili: chi le propone sta prendendo in giro chi dichiara di avere a cuore la biodiversità, gli ecosistemi e le generazioni future.
Marevivo confida nel Presidente Mattarella che, al suo secondo mandato, forte dell’unanime consenso politico e civile, si faccia paladino della difesa dell’ambiente.