Non siamo nemmeno a metà del 2022 e l’Italia ha già esaurito tutte le risorse naturali che il pianeta è in grado di fornire in un anno. Il 15 maggio è il nostro Overshoot day: da questo momento, siamo in debito con la Terra.
In soli 134 giorni, abbiamo consumato ciò che il pianeta produce in 365 giorni. A calcolarlo è il Global Footprint Network, un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro fondata nel 2003, per calcolare la nostra impronta ambientale.
Il calcolo dell’Overshoot Day è il risultato di un bilancio tra quanto gli abitanti consumano in termini di risorse e quanto il pianeta Terra è in grado di generare in quell’anno. Alimentazione, edilizia, agricoltura, allevamento, emissioni, energia e gestione delle città e delle foreste sono i fattori principali che influiscono, per ciascuno Stato, sul calcolo del giorno del sovrasfruttamento terrestre.
Si tratta di un valore che deve farci riflettere sulla velocità con la quale sfruttiamo i beni naturali che ci fornisce il nostro pianeta. Per capire meglio la gravità del problema, basti pensare che se tutti i Paesi consumassero come l’Italia, avremmo bisogno di quasi tre pianeti Terra. Da oggi inizieremo a consumare le risorse dell’anno prossimo e, per il resto dell’anno, manterremo il nostro deficit ecologico riducendo le scorte di risorse locali e accumulando anidride carbonica nell’atmosfera.
L’Italia, come quasi tutti i Paesi più industrializzati, consuma più di quello che dovrebbe. Ad esempio, il Lussemburgo quest’anno ha superato il limite già il 14 febbraio e ciò significa che in meno di due mesi aveva già esaurito le sue risorse. Inoltre, questo valore fornisce un’immagine chiara del divario tra le popolazioni del mondo. Negli ultimi cinquant’anni – secondo una ricerca pubblicata su The Lancet – i Paesi ricchi hanno consumato il 74% delle risorse del pianeta, quelli a reddito medio-basso meno dell’1%. Il restante 25% è invece attribuito ai Paesi a reddito medio-alto. L’Italia è all’ottavo posto nella classifica mondiale, dietro a molte delle più forti economie occidentali, come Francia, Germania e USA.
Per far slittare questa data è indispensabile ridurre la nostra impronta ecologica. La transizione energetica è indispensabile, così come un cambiamento nelle nostre scelte di consumo individuali: ridurre gli sprechi alimentari, adottare sistemi produttivi più rispettosi degli ecosistemi e ripensare alle proprie abitudini di vita, ad esempio passando ad un’alimentazione a base vegetale.
Non c’è più tempo: abbiamo un solo Pianeta e gli stiamo facendo pagare caro il nostro stile di vita.