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Chiediamo a Draghi di dare spazio ad una seria politica per il mare

Siamo contenti dell’istituzione di un Comitato Interministeriale per la transizione ecologica (CITE) alla presidenza del Consiglio che vede uniti i Ministri della transizione ecologica, dell’economia e delle finanze, dello sviluppo economico, delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, del lavoro e delle politiche sociali e delle politiche agricole, alimentari e forestali, indispensabili per un coinvolgimento dei temi legati all’Ambiente in tutte le scelte future. Il Comitato rappresenta una grande occasione che può far nascere al suo interno una struttura per dare vita ad una seria governance dell’immenso patrimonio che rappresenta il Mare.

In Italia, il mare rappresenta un campo di intervento centrale sia per l’ambiente che per l’economia: il nostro Paese è infatti caratterizzato da oltre 8.000 chilometri di coste, trentadue Aree Marine Protette, nove arcipelaghi, 800 isole, oltre 500 porti. Sono 200.000 le imprese italiane blu e rappresentano il 3% del PIL con un trend in continua crescita.

Dalla chiusura nel 1993 del ministero della Marina Mercantile con la sua Consulta, le istanze legate al mare sono state divise in sette ministeri ed è mancata una vera politica integrata per l’ecosistema marino. Da allora abbiamo sollecitato ripetutamente i Governi che si sono succeduti affinché istituissero un organismo alla Presidenza del Consiglio che potesse assolvere a questa mancanza.

«Ora all’interno del CITE potremmo vedere finalmente realizzata la nostra richiesta per porre il Mare al centro delle politiche della transizione ecologica nazionale, ma anche nelle politiche internazionali essendo il nostro Paese una importante presenza nel Mar Mediterraneo. Come diceva Matvejevic, “L’Italia promontorio d’Europa nel Mediterraneo”: il nostro Paese potrebbe svolgere uno straordinario ruolo di cerniera tra i Paesi rivieraschi e l’Unione Europea» ha dichiarato Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo.