L’attuale crisi ambientale è la più grande sfida che l’umanità abbia mai affrontato. A dirlo è Al Gore, ex vicepresidente americano e premio Nobel per la Pace nel 2007 in occasione del 56° Climate Reality Leadership Training svoltosi a Roma, dal 28 al 30 giugno scorso. Questo programma di formazione, ideato da Al Gore e promosso dal suo The Climate Reality Project, l’organizzazione globale no-profit che mira a mobilitare individui e istituzioni per contrastare la crisi climatica. Un obiettivo che viene realizzato attraverso la formazione di attivisti climatici che lavorano a livello locale per promuovere soluzioni come il passaggio alle energie rinnovabili, la riduzione delle emissioni e l’adozione di politiche sostenibili ambiziose.
La tre giorni si è snodata con un’agenda fitta di plenarie, workshop e momenti di networking dedicati a temi come adattamento, resilienza urbana e agricola, transizione energetica e strumenti per smascherare il greenwashing.
L’evento, gratuito e aperto a cittadini e professionisti, è stato pensato per fornire competenze pratiche su scienza del clima, soluzioni energetiche pulite e contrasto alla disinformazione, con sessioni in italiano e inglese e traduzione simultanea.
Hanno partecipato oltre mille persone, provenienti in gran parte dall’Europa meridionale, con il fine di ampliare la rete europea dei Climate Reality Leaders e rafforzarne la cooperazione transnazionale sull’azione climatica. Tra le realtà italiane coinvolte, c’era anche Marevivo, un’opportunità che ha consentito alla Fondazione di potenziare la sua azione di advocacy climatica. Nella tre giorni romana sono emerse anche la stretta interconnessione tra protezione del patrimonio naturale, politica ed economia.
Nel corso del training, Al Gore e il team di Climate Reality hanno ribadito varie priorità: ridurre rapidamente le emissioni, finanziare una transizione giusta, denunciare il greenwashing e rafforzare la cooperazione internazionale. Non sono mancati riferimenti al contesto italiano e alla necessità di allineare infrastrutture e investimenti con gli obiettivi climatici europei.
In questa edizione il focus è il cambiamento climatico in Europa e in particolare nel Mediterraneo, e la scelta di Roma per questo 56esimo evento di formazione dei nuovi leader climatici non è casuale.
Critica la costruzione di tanti gasdotti con cui si minaccia il futuro dell’umanità, Al Gore, arringando da straordinario oratore una platea gremita di giovani e aspiranti leader di domani, e non risparmia critiche alle politiche della mobilità: “Italia e Germania hanno votato contro lo stop alla produzione di auto endotermiche dal 2035, puntando alla neutralità tecnologica, ma è una scappatoia e invito tutti voi a non “abbassare la guardia”. Per l’ex vicepresidente americano i colossi del petrolio rappresentano la lobby più potente di tutti i tempi e sono di fatto il vero ostacolo a un transizione ecologica che sarebbe già tecnicamente possibile. Critica anche “le tecniche di cattura e stoccaggio della CO2 che, se messe a punto, permetterebbero ai petrolieri di continuare indisturbati il proprio business di sempre. Ma le soluzioni tecnologiche per affrontare i cambiamenti climatici esistono, occorre solo la volontà di farlo. Con le sue doti di grande affabulatore, Al Gore graffia con l’impeto inarrestabile del leone della polita progressista americana quale è, invitando i giovani a cambiare lo scenario attuale: “I climate leader potranno avere un ruolo anche in Italia? Io dico di sì. Unite le vostre voci, dite la verità al potere, scegliete e votate. Il futuro dipende da voi”, ha concluso.





