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La Natura deve essere protagonista del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Apprendiamo con soddisfazione la notizia che il Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi abbia inserito nelle consultazioni con le parti sociali previste per oggi i rappresentanti delle associazioni ambientaliste. Si tratta di un segnale importante, che ci fa sperare che il nuovo esecutivo abbraccerà la strada della sostenibilità così come indicato dal Recovery Fund.

Vorremmo contribuire all’analisi dei temi in discussione, inviando al Presidente Draghi il documento redatto e firmato da 14 associazioni del mondo ambientalista e della ricerca scientifica – già presentato al precedente Governo – che si sono unite per chiedere di prendere in forte considerazione la difesa della biodiversità e del mare, finora assenti nell’attuale bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

È importante rivedere l’attuale bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in un’ottica che ponga al centro la Natura, in termini di biodiversità ed ecosistemi, così come indicato dall’Unione Europea nel New Green Deal con il Next Generation EU.

Al contrario, denunciano i firmatari, nell’attuale versione del PNRR questa centralità è assente, mentre persiste quella logica “estrattiva” che ha guidato il nostro rapporto con la natura, considerata una mera “risorsa” da gestire a nostro vantaggio, e che ha portato ad un progressivo deterioramento del capitale naturale.

I capisaldi identificati dalla Commissione per la ripresa e la resilienza sono quattro, e uno riguarda la transizione verde e digitale, basata su sei pilastri: 1 – mitigazione del cambiamento climatico, 2 – adattamento al cambiamento climatico, 3 – protezione e uso sostenibile delle risorse acquatiche e marine, 4 – transizione all’economia circolare, 5 – prevenzione e controllo dell’inquinamento, 6 – protezione e restauro della biodiversità e degli ecosistemi.

L’ultima bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) non considera la Natura (in termini di biodiversità ed ecosistemi): mancano la Protezione e l’uso sostenibile delle risorse acquatiche e marine, e le misure dirette di protezione e restauro della biodiversità e degli ecosistemi.

Nel piano si cita più volte la visione di Salute Unica (One Health). Ricordiamoci tuttavia che essa vede la salute della natura come precondizione alla salute umana. La salute non si cura solo con medicina e farmacologia.

Il mondo ambientalista e quello della ricerca, quindi, richiamano il Governo alla piena adesione della visione del New Green Deal e del Next Generation EU, trattando direttamente la biodiversità e gli ecosistemi come valore primario da proteggere, conservare e gestire.

“È necessario che nel Piano siano aggiunte linee progettuali dirette e operative per la protezione e il restauro della biodiversità e degli ecosistemi” scrivono i firmatari. “La Commissione Europea considera biodiversità ed ecosistemi come trasversali a tutte le azioni proposte. Attualmente, nel PNRR, non lo sono. Lo devono diventare”.

Ci auguriamo che il nostro appello sia ascoltato e inserito nel programma di governo del nostro Paese.