Un incontro per informare e sensibilizzare sul problema del declino della popolazione degli squali nel mondo che ha raggiunto il 90% a causa della pesca eccessiva e di pratiche quali lo shark finning
Nell’ambito della mostra fotografica “The Living Sea”, ospitata fino al 9 ottobre presso il Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue e organizzata da FON – Focused on Nature, Marevivo Onlus e Marevivo Veneto, si è tenuta ieri la conferenza dal titolo “Lo Shark Finning e il declino dei grandi squali. Una pratica di pesca crudele che mette a rischio la sopravvivenza di questi importantissimi animali”.
Gli squali sono presenti sul nostro pianeta da 400 milioni di anni e sono fondamentali per l’equilibrio del mare e degli oceani, perché all’apice della catena alimentare. A causa della pesca eccessiva e illegale, la popolazione mondiale si è ridotta del 90% e rischiamo che a questi ritmi, a breve siano estinti.
Ogni anno quasi 100 milioni di squali vengono catturati in tutto il mondo, principalmente per le pinne, ingrediente fondamentale di alcuni piatti ritenuti “prelibati” nei menu di molti Paesi, soprattutto asiatici.
Lo shark finning è una pratica di pesca crudele che consiste nella rimozione delle pinne dell’animale, ancora vivo, che viene poi rigettato in mare. Senza pinne gli squali affondano e soffocano, muoiono dissanguati o vengono mangiati da altri animali.
Molti Paesi europei sono coinvolti nel business delle pinne di squalo, eppure il regolamento dell’Unione Europea “Fins Naturally Attached”, in vigore dal 2013, vieta senza eccezioni lo stoccaggio, il trasbordo e lo sbarco di tutte le pinne di squalo nelle acque e su tutte le navi dell’UE.
La conferenza è stata aperta dai saluti iniziali di Luca Mizzan, Direttore del Museo, che ha voluto sottolineare il successo della mostra – che ad oggi ha registrato oltre 40.000 visite – Chiara Squarcina, Dirigente Area Musei – Fondazione Musei Civici di Venezia, Antonella Moretti, Responsabile della Delegazione Marevivo Veneto e Francesca Zaccariotto, Assessore ai Lavori Pubblici della Città di Venezia, la Presidente di Marevivo Onlus, Rosalba Giugni, ha introdotto i relatori, dopo un excursus sulle attività che l’associazione ha portato avanti nel tempo a difesa degli squali.
“Sin da quando è nata Marevivo abbiamo lottato per difendere questi animali straordinari, che sono i re del mare. Per citare solo qualche attività, siamo stati membri nel 2013 della Shark Alliance, con cui ci siamo battuti per ottenere il divieto di rimozione delle pinne a bordo delle navi e nelle acque dell’UE e abbiamo organizzato un flash mob a Fontana di Trevi, inoltre dal 2021 siamo partner internazionali dell’iniziativa dei cittadini europei “Stop Finning” che ha raccolto oltre 1 milione di firme per proibire il commercio delle pinne in Europa” ha dichiarato la Presidente Giugni.
“Nell’Atlantico, a bordo delle nostre navi che combattono la pesca illegale, abbiamo trovato una nave che produceva e vendeva olio di fegato di squalo. Una nave sola con reti a strascico riusciva a uccidere 500.000 squali, un numero che deve farci riflettere sul peso dell’industrializzazione della pesca e sul denaro fornito dai compratori che spesso non ne sono a conoscenza” ha dichiarato Andrea Morello, Presidente Sea Shepherd Italia. “Ad esempio l’olio di fegato di squalo si trova spesso all’interno di creme o integratori alimentari. Bisogna essere dei consumatori attenti e attivi per non rendersi complici dello shark finning e dell’uccisione degli squali”.
“Vorrei che immaginaste per un attimo di avere in bocca un grande amo da pesca, di essere strappati dalla terra e gettati in acqua, e che qualcuno vi amputi le gambe e vi distrugga i polmoni” ha esordito Hussain Aga Khan, fotografo e Presidente FON. “Poi immaginate che vi riportino a terra, sanguinanti, senza che riusciate a camminare o respirare. Ecco, questo è quello che succede agli squali quando vengono spinnati. Noi uccidiamo circa 100 milioni di squali all’anno, mentre uno squalo può uccidere 6, massimo 8 uomini all’anno. Quando mi immergo e sono vicino a qualche squalo, 1 squalo su 5 o 1 squalo su 8 ha un grosso amo in bocca, anche alle Bahamas dove questi animali sono protetti. Dobbiamo fare di tutto per fermare questa pratica.”
“Ogni anno la FAO pubblica i dati dello sbarcato. Le stime sulla pesca degli squali sono sempre imprecise, perché molta pesca è illegale, ma per darvi un’idea dei numeri per lo shark finning in particolare si parla di un giro d’affari di circa 300 milioni di dollari all’anno.” ha dichiarato Carlotta Mazzoldi, docente e ricercatrice nel Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, che da anni lavora proprio sugli squali.
“Nei secoli precedenti si pensava al mare come a una fonte inesauribile di risorse, dalla quale si poteva attingere indiscriminatamente. Invece, la pesca indiscriminata negli ultimi cinquant’anni ha portato all’estinzione di specie vulnerabili, tra cui gli squali nel mar Adriatico” ha dichiarato Otello Giovanardi, biologo della pesca.