LA CAMPAGNA MAREVIVO CONTRO L’USA E GETTA A SOSTEGNO DEL MARE E DELL’AMBIENTE
Il problema
L’inquinamento degli oceani è diventato uno dei problemi ambientali più urgenti da risolvere.
Per ogni minuto che passa, l’equivalente di un camion di rifiuti finisce nei mari e negli oceani del mondo.
300 milioni
di tonnellate di plastica vengono prodotte annualmente nel mondo. Di queste, 10 milioni
finiscono riversate negli oceani.
L’80%
dei rifiuti che si trovano negli oceani è rappresentato da scarti plastici, il 90% dei quali è costituito da oggetti usa e getta come posate, bicchieri, bastoncini cotonati e bastoncini dei palloncini
Nel 2040
potrebbero essere circa 600 milioni le tonnellate di plastica riversate nelle acque dei nostri mari. È come se trovassimo 50 chili di plastica su ogni singolo metro di costa in tutto il mondo
EMERGENZA USA E GETTA
Le plastiche usa e getta costituiscono il 50% di tutte quelle prodotte ogni anno
Riduci il consumo di plastica usa e getta e sostieni Marevivo
Quantità purtroppo destinata ad aumentare in questo periodo di emergenza sanitaria.
Nel tentativo di proteggerci il più possibile dal COVID-19, stiamo assistendo a un prepotente ritorno del materiale usa e getta (guanti, mascherine, bicchieri e contenitori usa e getta, packaging plastificati, ecc), modalità erroneamente intesa come panacea di sicurezza e che in realtà produce tonnellate di rifiuti peggiorando notevolmente il livello già allarmante di inquinamento.
È necessario agire tempestivamente per arginare il problema, riducendo la presenza di plastica nell’ambiente, intraprendendo iniziative più sostenibili, riutilizzando ciò che è riutilizzabile, preferendo materiali biodegradabili e smaltendo correttamente tutto ciò che non lo è. Uno degli obiettivi da raggiungere è, quindi, migliorare i sistemi di gestione dei rifiuti e di riciclaggio attraverso una progettazione che tenga conto della breve vita del packaging e una minor produzione di quella plastica usa e getta della quale si potrebbe fare sicuramente a meno.
Facciamo un po' di chiarezza
RICICLABILITÀ
I materiali riciclabili sono tutti i rifiuti che possono essere riutilizzati per produrre nuovi oggetti uguali allo scarto (vetro, carta) oppure utilizzati per produrre nuovi materiali (legno, tessuti).
I materiali che possono essere riciclati sono: legno, vetro, carta e cartone, tessuti, pneumatici, alluminio, acciaio, plastica e rifiuti organici.
IL PRIMATO ALL' ALLUMINIO, RICICLABILE AL 100%
Riciclare alluminio fa bene all’ambiente e all’economia, e, una volta recuperato, diventa poi automobili, caffettiere, occhiali, biciclette…
L’alluminio, come tutti i materiali metallici è facilmente riciclabile per fusione e, mentre nel caso degli altri metalli il recupero è importante, per l’alluminio questa pratica è fondamentale perché riciclabile all’infinito, al 100% e con l’utilizzo del solo 5% di energia elettrica necessaria per la produzione di quello primario.
COMPOSTABILITÀ
Compostabile significa trasformabile in compost, cioè in fertilizzante naturale. La compostabilità di un imballaggio o di un materiale è la sua capacità di essere riciclato organicamente assieme alla frazione umida dei rifiuti attraverso il compostaggio industriale, un processo di decomposizione biologica che avviene in condizioni controllate. Al termine del processo di compostaggio si ottiene il compost, una sostanza biologicamente stabile, inerte e inodore, ricca in humus, in flora microbica attiva e in microelementi, utilizzata per restituire nutrimento e sostanza organica ai suoli. Un manufatto biodegradabile e compostabile, secondo la norma europea UNI EN 13432, al termine del processo di compostaggio non rilascia sostanze nocive alteranti la qualità del compost, si disintegra e si trasforma in compost entro al massimo 90 giorni. Gli imballaggi e i prodotti compostabili certificati secondo il suddetto standard dai diversi enti di certificazione possono quindi essere raccolti con la frazione organica dei rifiuti e avviati a compostaggio industriale.
Opportunamente trattato, quindi, un prodotto compostabile certificato si trasforma velocemente in risorsa.
Ricorda che i rifiuti organici e le plastiche biodegradabili e compostabili si gettano nell'umido secondo le indicazioni del proprio Comune
LA BIOPLASTICA: UN MATERIALE BIODEGRADABILE E COMPOSTABILE
La bioplastica è un’alternativa alla plastica tradizionale. Per la sua produzione servono elementi come mais, frumento, barbabietola o altri cereali. Il risultato è un prodotto simile alla plastica ma biodegradabile e compostabile.
Mentre, ricordiamo, che la plastica tradizionale deriva totalmente dal petrolio e non è biodegradabile, si sminuzza ma non viene smaltita mai, i materiali in bioplastica, richiedono solo qualche mese per venire biodegradati e non rendono sterile il terreno. Al contrario, le bioplastiche compostabili consentono di ricavarne concime fertilizzante dopo l’uso.
Il fatto che le bioplastiche siano biodegradabili NON vuol dire che possano essere gettate nell’ambiente o nel mare infatti si biodegradano solo in determinate condizioni.
RINNOVABILITÀ
Riguarda l’origine di un prodotto e in particolare la caratteristica di quelle materie prime – prevalentemente di origine vegetale e animale – di rigenerarsi in tempi brevi (piante, alberi, loro derivati e scarti), in opposizione alle materie prime da fonte fossile (petrolio).
Un materiale è rinnovabile, quindi, se le sue materie prime derivano da fonti vegetali o animali. Tali fonti vegetali o animali sono caratterizzate dalla presenza di carbonio che viene definito recente in quanto proveniente da fenomeni di fotosintesi o assimilazione, diversamente dal carbonio presente nel petrolio che viene definito carbonio fossile. Pertanto un modo efficace per misurare il grado di “rinnovabilità” di un materiale, cioè la presenza di materie prime derivate da fonti vegetali (o animali) è misurare la quantità di carbonio recente in esso presente.
IL SACCHETTO DELLA SPESA: PLASTICA O COMPOSTABILE BIODEGRADABILE
Qualche informazione in più su questo oggetto largamente utilizzato e spesso gettato nel modo sbagliato
Le buste di plastica disperse nell’ambiente hanno arrecato al pianeta danni incalcolabili in termini di inquinamento ma, allo stesso tempo, l’utilizzo di sacchi inadeguati per la raccolta dell’umido azzera gli sforzi sostenuti da enti e cittadini per differenziare i rifiuti. Nel nostro uso quotidiano, un frequente equivoco che porta ad un non corretto smaltimento riguarda i sacchetti della spesa che spesso usiamo per il bidone di raccolta dell’umido.
Se ormai abbiamo imparato a buttare nell’umido solo gli scarti alimentari e organici, che possono di diritto entrare nel processo di compostaggio, dobbiamo stare attenti a scegliere solo tra sacchetti compostabili, di bioplastica compostabile o di carta per raccogliere questi rifiuti.
Codici di compostabilità
Controlla che sul sacchetto siano riportati i codici di compostabilità secondo la normativa UNIENI 13432. Le certificazioni che garantiscono il rispetto di tale normativa sono invece essenzialmente tre: CIC, VINCOTTE, DIN CERTCO. Trovare uno dei tre simboli impressi sulla busta equivale ad essere certi di utilizzare un articolo conforme alla legge, ecologico e conforme alle regole per il conferimento dell’umido.
Alternative al sacchetto di plastica
Preferisci, al sacchetto di plastica per la spesa, una sacca riutilizzabile, una shopper compostabile, o biodegradabile o sacchetti di bioplastica, considerato il fatto che le buste di plastica convenzionale o gli involucri per cibo, se erroneamente smaltiti, restano nell’ambiente per centinaia di anni.
Dove si getta?
Ricorda che i sacchetti compostabili vanno sempre gettati nel bidone dell’umido