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Oggi celebriamo la Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nel mondo STEM.

In questo giorno speciale, vogliamo porre l’accento sull’importanza delle donne in ambiti del sapere quali Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica, sulla scarsa rappresentanza femminile nei percorsi scientifici, promuovendone l’inclusione e contribuendo a ridurre ogni disparità.

Le donne sono portatrici di un punto di vista particolare nella scienza fondamentale per il progresso, l’innovazione, la cura del Pianeta e la sopravvivenza stessa degli esseri umani sulla Terra.

Abbiamo intervistato due donne straordinarie che hanno trasformato la loro passione per le scienze in una missione di vita:

  • Ersilia Vaudo, laureata in astrofisica, attualmente Chief Diversity Officer all’Agenzia Spaziale Europea (ESA)
  • Linda Raimondo, studentessa, divulgatrice e aspirante astronauta all’Agenzia Spaziale Europea (ESA)

Da due generazioni diverse, Ersilia e Linda, condividono la loro esperienza, illuminandoci sulla strada verso un futuro in cui la scienza è di tutti e per tutte e tutti. 🔬🧬🌍🛰️🚀

Come è nato il tuo amore per la scienza e per il cielo?

E: Sono cresciuta in una piccola cittadina sul Tirreno e il rapporto con l’orizzonte, con il mare, con la natura, è sicuramente, già da bambina, un grande stimolo nel porsi delle domande e, quindi, in qualche modo, a diventare dei piccoli esploratori.
L: Penso che questa passione sia molto semplicemente nata con me, faccia parte del mio DNA, perché fin da quando ero piccola ho sempre amato alzare gli occhi al cielo, guardare le stelle e chiedermi cosa ci fosse oltre.

Le persone intorno a te hanno sempre appoggiato le tue scelte?

E: Ho avuto il privilegio di avere una famiglia che mi ha sempre incoraggiata a studiare la scienza: mia madre era una chimica, biologa, e in cucina sui barattoli non scriveva “sale, zucchero, bicarbonato” ma metteva le formule chimiche. Questo per incoraggiare me e i miei fratelli a capire che la natura parla tanti linguaggi e soprattutto che dovevamo fidarci di questi linguaggi, che non dovevamo avere ansia verso la matematica o verso una qualsiasi formula.
L: Nel mio percorso mi ritengo molto fortunata, perché ho sempre avuto persone intorno a me che mi hanno sostenuta, appoggiando ogni mia singola scelta, a partire dalla mia famiglia, i miei amici e tutte le persone che ho incontrato nel mio percorso. So che questa è una cosa preziosa e per questo so di essere fortunata.

Come ti sei trovata a lavorare in un mondo che, fino a pochi anni fa, era appannaggio solo dei colleghi uomini?

E: L’Agenzia Spaziale Europea è un mondo straordinario, innanzitutto per la sua internazionalità: ventidue paesi che si uniscono per fare delle cose che nessun paese da solo potrebbe riuscire a fare, come atterrare su una cometa a 500 milioni di km da qui. Quindi non è un ambiente dove si sente nessun tipo di discriminazione, fondamentalmente si mette insieme il talento di tutti per riuscire a fare cose impossibili.
L: Sebbene il mondo delle STEM sia ancora molto maschile, sono fiduciosa del fatto che le cose stiano piano piano cambiando e che, per fortuna, sempre più giovani ragazze decidano di intraprendere un percorso di tipo scientifico. Quindi voglio sperare che, in futuro, non ci sarà più questa differenza tra il numero di uomini e donne, ma che si raggiunga finalmente la parità.

Quale consiglio daresti alle giovani aspiranti scienziate che vogliono intraprendere il tuo stesso percorso?

E: Una cosa che non dirò mai è: “ragazze, basta la passione, seguite i vostri sogni, ce la farete” perché non è così. La passione non basta e i sogni non bastano. C’è un ambiente che ancora, purtroppo, non necessariamente facilita alle donne una carriera o l’inserimento in una vita lavorativa soddisfacente. Quindi quello che dico è: rimanete determinate, siate anche insolenti, in alcune situazioni, andate, cercate, chiedete, non fermatevi alle prime risposte.
L: Alle giovani scienziate che vogliono intraprendere il mio stesso tipo di percorso l’unico consiglio che forse mi sento di dare è di non avere paura, ma di buttarsi sempre. Mi sono resa conto, in tutti questi anni, che molto spesso ciò che ci frena è proprio la paura: tante volte decidiamo di non fare qualcosa perché abbiamo paura di non farcela, di non essere all’altezza o molto più banalmente abbiamo paura del giudizio. Credo che sia sbagliato, perché si rischia di vivere con il rimpianto di non averci provato. Non abbiate paura, provateci, buttatevi!

La scienza parla di relazione tra cielo e mare: ce ne parli?

E: La straordinarietà del nostro Pianeta è questa: la possibilità di vita è legata alla presenza di acqua liquida, quindi è il privilegio di avere il mare che permette a questo straordinario Pianeta di essere quello che è, con i suoi colori, con questo filo di ossigeno che è tutto ciò che ci separa da un vuoto soffocante, e che abilita i colori ma anche la musica. Senza questa atmosfera non ci sarebbe musica, l’Universo è muto perché è vuoto ed è al mare che dobbiamo il nostro poter essere qua. Voglio anche dire che è giusto esplorare, è un desiderio che l’uomo ha dentro di sé, ma è anche bene non esplorare, non intrudere, non voler a tutti i costi arrivare dove non necessariamente siamo fatti per arrivare e il mare considero che sia anche un tesoro da preservare anche rispetto all’intrusione umana.
[Roberto Vittori, astronauta italiano ha volato tre volte. Ci ha raccontato, la meraviglia di andare nello spazio e di vedere il mare: una vista incredibile dalla stazione spaziale internazionale!]
L: Credo che il rapporto tra mare e cielo sia molto stretto. Il cielo da una parte e il mare dall’altra hanno da sempre rappresentato delle sfide per l’essere umano. Sfide che in parte sono state vinte e che in parte stiamo cercando di vincere. Alla base di queste sfide c’erano delle domande e alla base di ogni domanda c’è sempre la curiosità. Io sono estremamente convinta che la curiosità sia il motore che muove il mondo e che poi sfocia, in maniera naturale, in progresso scientifico, tecnologico e – forse più importante di tutti – progresso umano. Se oggi siamo qui, sicuramente a questo congresso hanno contribuito in maniera fondamentale sia il cielo che il mare.

Le stelle hanno illuminato la strada verso i tuoi sogni?

E: Non sono mai stata sognatrice, ma sempre molto pragmatica, e ho sempre scomposto i miei desideri, più che sogni, in segmenti da cui poi veniva fuori una traiettoria. Quindi le stelle, i vulcani ma anche il mare, in fondo la scienza, è tutta una scoperta, un’esplorazione, tutta un’avventura. Nel mio caso sono state poi le stelle, ma poteva anche essere altro, purché fosse scienza. Studiate ragazze perché la scienza è la più grande avventura!
L: Nel corso della mia vita le stelle hanno avuto un ruolo fondamentale e quello che ho imparato è che i momenti di crisi sono quelli in cui tendiamo a vedere tutto buio, ma è proprio nel buio che si vedono le stelle più belle! Per questo sono molto grata alle stelle e alla mia professione che mi hanno sempre aiutata nella mia vita a uscire dai momenti di crisi.

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