Skip to main content

Marevivo presenta “I 10 hotpoints sul mare”
Le principali urgenze globali viste dalla parte del Pianeta Blu

È la giornata della Terra, quindi occorre occuparsi di mare. Un nostro respiro su due dipende dal mare, se abbiamo l’acqua per vivere è grazie al mare, se il clima del Pianeta è vivibile per gli esseri umani è grazie alla presenza dei mari. Viviamo con i piedi saldamente ancorati alla terraferma: forse è per questo che non ci rendiamo conto di quanto gli oceani siano la culla della vita e la ragione della nostra sopravvivenza. Coprono il 71% della superficie terrestre e sono fondamentali per il nostro clima, la biodiversità, la salute e l’economia globale.

In vista dell’Earth day 2025, che, come ogni anno, si celebrerà in tutto il mondo il prossimo 22 aprile, Marevivo, la fondazione ambientalista che fin dalla sua nascita ha dedicato la sua azione alla tutela del mare, presenta “I dieci hotpoints sul mare”, ovvero come affrontare le tematiche ambientali, sociali, economiche e sanitarie attraverso la lente blu del mare. Oggi più che mai è importante cambiare punto di vista e comprendere che tutto è interconnesso e non può esserci vita sulla Terra e vita per l’uomo senza un mare in buona salute.

“Il mare è il liquido amniotico del nostro Pianeta e sebbene ricopra la maggior parte della superficie terrestre, nelle politiche di tutela dell’ambiente da sempre viene considerato come un elemento di serie B – spiega Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo. – “È una sorta di ‘terra di nessuno’, che tutto nasconde e dove tutto è possibile. Ma è quanto mai urgente cambiare questo punto di vista e proprio in occasione della Giornata che celebra la Terra, un po’ provocatoriamente, vogliamo ribadire che non ci sarà vita sulla Terra senza una seria tutela del mare. Non solo: dal mare possono arrivare le immediate soluzioni per avviare la strada della transizione ecologica”.

 

I “DIECI HOTPOINTS”

1.CLIMA

Il clima sulla Terra dipende dal mare

L’oceano globale è in stretta connessione con l’atmosfera. Se l’atmosfera è calda, magari a causa delle nostre emissioni, evapora moltissima acqua oceanica e questa, prima o poi scende a terra. Se si sciolgono i ghiacci marini si alterano le correnti che contribuiscono a mitigare il clima, come la corrente del Golfo. Se parliamo di clima, prima di tutto dobbiamo connettere atmosfera e oceano.

Gli oceani sono dunque determinanti nel bilancio climatico globale. Sono in grado di catturare circa il 30% delle emissioni di CO₂ provocate dalle attività umane e producono oltre il 50% dell’ossigeno che respiriamo. La loro capacità di termoregolazione è fondamentale per mantenere stabili le temperature globali, mentre l’interferenza umana sta mettendo a rischio questi equilibri delicati.

2. BIODIVERSITA’

La vita sul Pianeta è Blu

L’oceano globale copre il 71% della superficie del Pianeta, ma l’oceano non è una superficie, è un volume che rappresenta più del 90% dello spazio abitato dalla vita, dove la biodiversità trova la sua massima espressione. Oggi gli oceani sono gravemente minacciati da attività come la pesca eccessiva e la distruzione degli habitat marini: ecosistemi come le barriere coralline e le mangrovie sono in serio pericolo, con il 44% delle specie di coralli e il 50% degli ecosistemi di mangrovie a rischio estinzione. Proprio i coralli sono essenziali per la biodiversità e per il buon funzionamento degli ecosistemi marini, offrono habitat e rifugio a molte specie ospitando circa il 25% della fauna marina e contribuiscono ad attenuare l’energia delle onde e a ridurre l’erosione delle coste.

3. RIFIUTI

Il mare come discarica globale

Molti dei nostri rifiuti, soprattutto la plastica, finiscono nei fiumi e, attraverso di essi, arrivano in mare. Oltre ai rifiuti, inoltre, ci sono gli inquinanti, anch’essi prodotti a terra e trasportati in mare dalle acque fluviali. Oltre ai liquami civili, ci sono i rifiuti industriali, i fertilizzanti e i pesticidi usati in agricoltura. Persino gli antibiotici che usiamo per curarci arrivano in mare e alterano le popolazioni batteriche e il funzionamento degli ecosistemi. Ogni anno circa 10 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani, con gravi conseguenze per la fauna marina e la salute umana. Le microplastiche, nanoplastiche e microfibre, che ormai contaminano ogni angolo degli oceani, sono una minaccia crescente per la biodiversità marina e per la sicurezza alimentare umana.

4. ALIMENTAZIONE

Il mare ci nutre

Non esistono popolazioni naturali terrestri in grado di fornirci risorse: tutto è allevato e coltivato. Il mare, con la pesca, è ancora in grado di darci risorse da popolazioni naturali. In mare siamo ancora cacciatori, ma ormai per poco. Gli oceani attualmente forniscono circa il 30% delle proteine consumate globalmente. La sovrappesca sta depauperando le popolazioni naturali e stiamo passando all’acquacoltura di carnivori che nutriamo attraverso la fauna selvatica, perché gli allevamenti ittici vengono alimentati con farine di pesci catturati in mare. Ed è insostenibile. Dobbiamo usare responsabilmente queste risorse, se esageriamo le perderemo. E stiamo esagerando.

5. ENERGIA

Energia pulita dal mare

Le onde, le correnti, le maree, il vento e il sole sono fonti inesauribili di energia e, se sviluppate opportunamente, in armonia con l’ambiente naturale, ci offrono un’alternativa pulita alla produzione di energia per combustione. L’innovazione tecnologica e le scienze dei materiali hanno enormi potenziali di sviluppo per produrre energia pulita, senza distruggere il capitale naturale. Con investimenti mirati in tecnologie innovative, gli oceani potrebbero fornire l’energia pulita necessaria a ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili, contribuendo alla transizione verso una società più sostenibile.

6. TRASPORTI

Il mare ci connette

Le merci, da sempre, viaggiano per mare. Il commercio ha amalgamato i popoli e le loro culture, favorendo l’integrazione etnica. Non ci rendiamo conto che molto di quello che ci caratterizza, dai numeri alla struttura dei nostri centri storici, alla cucina, è stato influenzato da conoscenze che abbiamo appreso da altri popoli, viaggiando per mare. Il commercio marittimo movimenta l’80% delle merci che circolano globalmente, generando un valore economico di oltre 14.000 miliardi di dollari. Tuttavia, questo traffico ha impatti ecologici non trascurabili, come la dispersione di specie invasive e la modifica degli ecosistemi marini derivante da emissioni, elevata cementificazione e maggiore inquinamento acustico.

7. SALUTE

Il mare è fonte di benessere

Il 30% della popolazione mondiale risiede entro 50 km dal mare, e il 50% vive entro 200 km dalla costa. Il motivo è semplice: il mare mitiga il clima e la sua presenza ha influssi benefici sulla salute. Anche l’esposizione al sole, senza esagerare, favorisce la sintesi della vitamina D e provoca altri benefici, assieme al bagno in acqua marina. Oltre ai benefici fisici dell’acqua marina e dell’aria di mare, i composti bioattivi provenienti dagli oceani stanno aprendo nuove frontiere nella ricerca farmacologica. I farmaci derivati dagli organismi marini sono utilizzati per trattare malattie come il cancro e le infezioni virali, sottolineando l’importanza di mantenere sano l’ecosistema marino.

8. GUERRE

Il mare sotto attacco

Purtroppo, gli oceani non sono solo un luogo di scambio pacifico, ma anche un teatro di conflitti armati. Le armi che usiamo sono strumenti di distruzione che non rivolgiamo soltanto contro i nostri simili, ma anche contro la natura. Le guerre recenti, infatti, oltre a colpire duramente le società umane, hanno causato danni enormi all’ambiente marino, con fuoriuscite di petrolio, contaminazioni da sostanze tossiche e dispersione di ordigni e veleni nei fondali. Questi danni compromettono gravemente la biodiversità e l’equilibrio degli ecosistemi marini.

9. LEGISLAZIONE

Mare senza regole

Le leggi della natura sono universali e ad esse non si può sfuggire. La “legge del limite” suggerisce che nessuna specie può crescere all’infinito, perché la sua crescita erode le risorse disponibili. Le leggi umane differiscono da stato a stato e sono violate. Incluse quelle internazionali. Fuori dalle giurisdizioni nazionali, il mare è terra di nessuno, con regole vaghe e nessuno che le faccia rispettare. Se esageriamo entra in vigore la legge naturale del limite, e ne pagheremo le conseguenze. Urge un rafforzamento della governance internazionale per evitare il collasso ecologico, perché nonostante l’importanza cruciale degli oceani, le normative internazionali che regolano l’uso e la protezione del mare sono insufficienti e spesso disattese.

10. TECNOLOGIA

Più tecnologici sì, ma a spese del mare

Quando i pesci hanno iniziato a diminuire abbiamo sviluppato tecnologie di prelievo sempre più efficienti. Stiamo sviluppando tecnologie come l’IA che necessitano dell’acqua di mare per raffreddare gli impianti e alteriamo la costa con grandi infrastrutture industriali. Le tecnologie “estrattive” non possono essere senza limiti, pena la distruzione delle risorse che ci sono necessarie. Esiste inoltre il “Punto Nemo”, noto anche come il “polo oceanico dell’inaccessibilità”, che viene scelto come discarica dei rifiuti spaziali, basti pensare ai satelliti dismessi.

Preso atto di queste criticità, l’unica soluzione per porre rimedio a una situazione che sembra aver toccato il punto di non ritorno è avviare quella transizione ecologica, più volte indicata dai ricercatori di tutto il mondo, che si basa su quattro pilastri: difesa della biodiversità, transizione energetica, transizione alimentare ed economia circolare. Una conversione, più volte auspicata da Marevivo anche attraverso la Campagna di divulgazione “ONLY ONE: One Planet, One Ocean, One Health”, a bordo delle navi scuola della Marina Militare italiana, Palinuro e Amerigo Vespucci che ha fatto il giro del mondo. La crisi climatica è una sfida cruciale che richiede di coniugare economia ed ecologia, entrambi indispensabili per concretizzare il cambio di rotta necessario a garantire all’uomo la sua stessa sopravvivenza su questo Pianeta.

Sostieni Marevivo