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Marevivo non poteva mancare ai festeggiamenti per i 150 anni della Stazione Zoologica Anton Dohrn che si sono svolti lo scorso venerdì a Napoli.

In occasione dell’evento, la nostra mostra internazionale Only One: One Planet, One Ocean, One Health” è stata esposta all’ingresso della Stazione, per accogliere e sensibilizzare i visitatori.

Vi offriamo il racconto originale della nostra socia storica Elvira Coppola Amabile, che ripercorre i momenti salienti della lunga storia della Stazione, per ricordarne l’impegno e celebrare i primi 150 anni di un orgoglio nazionale.

Per un sogno realizzato.
Per un futuro in divenire.
Per non smettere mai di guardare il mare.

“La mer” come dicono i francesi. Al femminile.
Mare, madre mare, dove tutta la vita comincia.

Anton Dohrn. 1868.
Mi sono immaginata questo giovane benestante nato sul Baltico a cui non erano mancati i mezzi per viaggiare, studiare e informarsi sulla meraviglia marina che si spalancava davanti ai suoi occhi ogni giorno.

Poteva seguire le sue passioni, una vera impagabile opportunità. Nascevano le ferrovie, i treni, le stazioni e il futuro con le nuove tecnologie regalava ai giovani nuove prospettive, più ampi orizzonti e velocità e aspettative.
I nuovi approdi, non solo territoriali, metaforicamente invadevano e conquistavano le menti e i cuori. Spalancandoli alle scoperte scientifiche e non solo.
Arrivò a Napoli il giovane Dohrn visionario oltre che scienziato. Si era già prodigato in Europa consultando altri studiosi, tra cui Darwin, col quale stabilì una preziosa collaborazione.

Tra mille progetti combattuti e ispirati realizzò questa stazione. La volle chiamare così, perché ne immaginava tante da realizzare, su tutti i mari. E avrebbero dovuto studiare e comunicare tra loro le scoperte sui mari locali e sulle sue creature. Il mare, questo custode di misteri da decifrare, del quale si era innamorato il giovane studioso. Al mare dedicò tutta la sua vita appassionatamente.

Nella sua visione intese le stazioni marittime come una rete di comunicazione per confrontare scoperte e approfondimenti!
All’inizio le istituzioni interpellate non comprendevano le finalità del progetto. Temevano ne volesse fare un albergo, un bar, un ristorante: Dohrn voleva che i ricercatori potessero alloggiare in loco per essere più concentrati sugli studi.

Acconsentirono a concedere l’uso del suolo pubblico infine, immagino anche perché Dohrn si sarebbe accollato le spese della struttura. Il Comune di Napoli propose nel regolamento “divieto di cibo, divieto di alloggio, divieto di ingresso alle donne”. Un giornalaio illustrava a modo suo ai passanti incuriositi: “Sotto ci sta una specie di pescheria e sopra una specie di Università.”

Trascrivo parte del testo di un articolo uscito sul Corriere del Mattino di allora. Il giornalista era stato a visitare l’Acquario che chiamò “mare terreno”:
“Nel momento in cui metto la penna sulla carta non so concepire che un mondo di pesci, non so capire come vi possa essere qualche altra cosa d’importante su questa terra che non sia il mare. Mare, scogli, arena, pesci, molluschi, poriferi: ecco la creazione.”
(Anonimo, Corriere del Mattino, 30 novembre 1879)

Ne scrissero di critiche e anche di elogi, ma da quel momento iniziò, dall’arenile antistante fino alle distese di ghiaccio dell’Antartide, la ricerca sul mare.
Tra l’altro anche gli artisti rimasero affascinati dall’esposizione dei pesci nelle vasche dell’acquario. Mai visti prima.
Si narra che Picasso, di passaggio a Napoli, rimase talmente impressionato che per tutta la durata del suo soggiorno nella città si recasse tutti i giorni all’acquario. Vi restava ore e ore incantandosi a osservare le creature marine fluttuanti dietro i vetri.

Successivamente, la realizzazione e il perfezionamento di sempre più sofisticate strutture fecero diventare la Stazione Zoologica napoletana unico e importante centro scientifico di ricerca. Parte del sogno di Anton Dohrn si realizzava: “ogni scienziato si deve sentire libero di fare ricerca”.

L’Acquario incantò il mondo. Molti premi Nobel vi studiarono.
Oggi è frequentato da universitari, studenti e ricercatori e ci regala grandi traguardi di studi e scoperte preziose. Dopo 150 anni, Napoli festeggia il compleanno dell’acquario più antico d’Europa, la cui struttura oggi comprende anche il Museo Darwin Dohrn, il Turtle Point – Centro Ricerche Tartarughe Marine e la sala Polifunzionale.

L’entusiastico interesse di fine Ottocento per il mare, che sembrava delinearsi come un’avventura fiabesca, e per certi versi fantascientifica, è diventata attualmente una strenua lotta per la sua difesa.

Inquinamento, cambiamenti climatici, acidificazione delle acque, pesca intensiva.

Forse l’anonimo aveva intuito che saremmo diventati tutti indifferenti?

Una carrellata veloce per tratteggiare la storia di un impegno e citare l’evento programmato per celebrare i primi 150 anni di un orgoglio nazionale.
P.S.: Per chi voglia approfondire, c’è un libro di nuova stesura a cura di Ferdinando Boero, Christiane Grohenberg e Alessandra Passariello, “Una vita del mare. Il mare per la vita.”

Elvira Coppola Amabile – socia storica di Marevivo

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