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Lettera di Ferdinando Boero, Vicepresidente di Marevivo

Il primo aprile è passato, ma forse si tratta di una burla tardiva. L’ANSA riporta la notizia dell’avvio di installazioni per l’estrazione di petrolio dai fondali adriatici e spero tanto che sia una bufala, una delle tante fake news che ammorbano la rete.

Come vicepresidente di Marevivo ho partecipato ad un forum referendario con l’allora vice-ministro allo sviluppo economico Teresa Bellanova. Il referendum riguardava la proroga delle concessioni petrolifere. Bellanova, che un tempo si era battuta contro le trivellazioni nei mari pugliesi, esortò i cittadini a disertare le urne, per far fallire il referendum e lasciare mano libera ai petrolieri. L’esortazione ebbe successo, il referendum fallì e subito dopo il suo governo rilasciò concessioni per prospezioni petrolifere nei nostri mari, inclusi quelli della sua Puglia, in vista di ulteriore sfruttamento delle fonti fossili attraverso trivellazioni dei fondali. Il Ministero dell’Ambiente non ci trovò nulla di strano. Quando, però, nei governi successivi, al Ministero dell’Ambiente subentrò Sergio Costa le trivellazioni furono bloccate. Cade Conte, e cade anche Costa, durante un viaggio di Renzi in Arabia Saudita, regno dei petrolieri. Col nuovo governo scompare persino il Ministero dell’Ambiente, diventato il Ministero della Transizione Ecologica. Il Comunicato Ansa dice che proprio quel Ministero ha firmato il nulla osta all’avvio di ulteriore sfruttamento di fonti fossili presenti nei nostri fondali marini.

La transizione ecologica prevede l’abbandono delle fonti fossili e il passaggio a fonti energetiche rinnovabili, prima di tutto il vento e il sole. Come si concilia questo nobile intento con ulteriori ricerche di fonti fossili? Abbiamo già un importante approvvigionamento dal gasdotto transadriatico TAP, proprio per gestire col gas, la fonte fossile meno inquinante, la transizione alle rinnovabili che, è vero, non può avvenire dalla sera alla mattina. Fino a un certo punto, i compromessi sono persino accettabili, ma se si continuano a cercare ulteriori giacimenti è ovvio che l’intenzione della transizione ecologica rimane un mero enunciato verbale.

Se la discontinuità col governo precedente è questa, si capisce il significato del viaggio nel regno dei petrolieri da parte di chi lo ha fatto cadere: si elimina il governo che aveva fermato le trivellazioni e si ricomincia da dove ci si era fermati per “colpa” (o per merito?) di Costa.

La legge salvamare è bloccata, il PNRR è più un progetto di infrastrutture che di transizione ecologica, la salvaguardia di biodiversità ed ecosistemi non è contemplata e si parla pochissimo di mare. Ma, evidentemente, per altre faccende ci si ricorda dell’esistenza del mare: quando si tratta di perforarne i fondali in cerca di ulteriori fonti climalteranti.

Continuo a sperare che questa notizia sia falsa, che non sia vera. Se lo fosse, viene da chiedersi cosa si intenda per transizione ecologica.