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Stiamo ormai entrando nel terzo anno di una situazione emergenziale che mai avremmo immaginato di dover affrontare ma che purtroppo ci stiamo abituando a considerare normalità.

La pandemia da Covid-19 ha colpito profondamente ogni aspetto della nostra vita quotidiana e, più in generale, della nostra società, con enormi costi economici e umani.

A dispetto di quanto si possa pensare, viste le conseguenze della malattia su soggetti a rischio e anziani, una delle categorie più colpite da questa situazione di crisi è stata quella dei giovanissimi. Secondo un sondaggio internazionale condotto durante il periodo della pandemia da Unicef e Gallup, in occasione della Giornata Mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, oltre un terzo dei giovani intervistati in 21 paesi del mondo riferisce di essere spesso nervoso o ansioso, e quasi uno su cinque di sentirsi spesso depresso o di non avere voglia di fare nulla.

La transizione improvvisa e disarmante da incontri e attività svolte in presenza a una dimensione completamente virtuale ha sconvolto notevolmente la vita dei giovani e delle loro famiglie. In particolare, la chiusura di asili, scuole, università e luoghi di aggregazione sociale ha causato non solo dispersione scolastica e povertà educativa, ma anche forti ripercussioni sullo sviluppo cognitivo e sulle interazioni sociali di bambini e ragazzi.

«A marzo, segneremo due anni di interruzioni dell’istruzione globale legate al Covid-19» ha dichiarato Robert Jenkins, responsabile Unicef per l’istruzione. «Le interruzioni dell’apprendimento devono finire, ma la semplice riapertura delle scuole non è sufficiente. Gli studenti hanno bisogno di un supporto intensivo per recuperare l’istruzione persa. Le scuole devono anche andare oltre i luoghi di apprendimento e ricostruire la salute mentale e fisica dei bambini […]» ha aggiunto.

È quindi in questo periodo storico così delicato che le attività scolastiche, dentro e fuori dalle quattro mura della classe, rivestono un ruolo fondamentale: ora più che mai è importante riconsiderare il valore delle iniziative che coinvolgono studenti e docenti “sul campo” e il ruolo dell’attivismo come catalizzatore di nuove generazioni piene di idee e di valori virtuosi.

Marevivo Onlus, da sempre in prima linea nelle attività educative, lo sa bene e punta ancora una volta sulla sensibilizzazione e il coinvolgimento dei ragazzi: ripartono, infatti, a febbraio le attività di educazione ambientale che anche quest’anno sono guidate dalla volontà di supportare concretamente le istituzioni scolastiche nel difficile compito di preparare le giovani generazioni alle sfide e ai cambiamenti necessari per affrontare il futuro, alla luce degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Sono circa 3500 gli studenti e le studentesse di ogni ordine e grado che Marevivo Onlus coinvolgerà, anche per l’anno scolastico in corso, su 12 isole e 19 città in tutta Italia – dalla Liguria alla Sicilia, in particolare le isole minori – in percorsi didattici di educazione all’ambiente e alla sostenibilità con attività outdoor e indoor, strutturati con un approccio interdisciplinare all’insegnamento.

I progetti richiamano già dal nome il mare: “Blue Activities”, “Delfini Guardiani dell’Isola” e “NauticinBlu” e questi ultimi due godono entrambi del patrocinio dal Ministero della Transizione Ecologica.

Numerosi sono i team di esperti operatori Marevivo che su tutto il territorio nazionale conducono le attività con il supporto di Dirigenti Scolastici e docenti i quali, condividendo e facilitando da anni i programmi e le iniziative messe in campo dall’Associazione, contribuiscono a garantire a questi progetti la continuità necessaria per provocare il cambiamento all’interno delle comunità.

Per portare avanti questa rivoluzione blu, – dichiara Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo – confidiamo anche nelle istituzioni, che sembrano avere sempre più a cuore la salvaguardia dell’ambiente. I segnali sono molti e di grande autorevolezza: le parole del presidente Mattarella nel discorso seguito al suo giuramento per il secondo mandato, quelle di Papa Francesco durante la sua recente apparizione televisiva, ma soprattutto l’avvenuta introduzione nella nostra Costituzione della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni che segna un cambiamento epocale, al quale però bisogna dare seguito passando dalle parole ad azioni concrete.”