Intere regioni del Mediterraneo, dalla Spagna alla Turchia, passando per Italia e Grecia, stanno combattendo da giorni con incendi per lo più dolosi, alimentati dal cambiamento climatico. Il vento caldo e la siccità, infatti, rendono il fuoco più facilmente propagabile e difficile da fermare.
Come spiega il climatologo Luca Mercalli: “Il cambiamento climatico non incendia il bosco ma lo rende più vulnerabile”.
Un bosco dove piove e c’è un clima normale è meno vulnerabile al fuoco. Via via che la siccità e il caldo asciugano il sottobosco e il materiale depositato da tempo, il bosco diventa una torcia. In un bosco in salute, un bosco umido, il fuoco percorre pochi metri.
Negli scenari climatici del futuro, il riscaldamento globale diventerà terreno sempre più fertile per gli incendi
La quantità di CO2 nell’atmosfera è la più alta degli ultimi 3 milioni di anni e noi tutti siamo chiamati a preservare un clima che consenta all’uomo di vivere. Pensiamo a quello che è successo in tutto il mondo, in California, Canada, Australia, o comunque quello che sta avvenendo da venti anni a questa parte.
L’escalation di CO2 fossile nell’atmosfera, “ben 40 miliardi di tonnellate all’anno – spiega Mercalli – deve essere drasticamente fermata. Siamo già dentro a questo cambiamento e non lo fermeremo più se non applichiamo l’accordo di Parigi, il Green deal, la transizione energetica, tutte promesse che si fanno da anni ma che poi all’atto pratico non vengono mantenute. Agire adesso significa scongiurare gli scenari peggiori ed evitare di entrare nell’irreversibilità. Un grado in più ce l’abbiamo già e con questo bisognerà convivere, anche se cominciassimo stasera a smettere di inquinare. Se però nell’arco di 80 anni arriveremo ad avere 5 gradi in più, la situazione sarà irrecuperabile, e quelli che stiamo vivendo saranno fenomeni che ci dovremmo aspettare sempre più frequentemente”.