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È entrata in vigore da ieri la direttiva Ue che vieta la vendita di prodotti contenenti microplastiche aggiunte intenzionalmente ai prodotti, al fine di ridurne la dispersione nell’ambiente di almeno il 30% entro il 2030.

Nel mirino tutti i prodotti che contengono particelle di polimeri sintetici inferiori a 5mm dannosi, insolubili e resistenti alla degradazione. Tra i primi interessati i glitter sfusi, composti da polimeri e alluminio, cosmetici, come scrub, lucidalabbra o dentifrici in cui le microplastiche vengono utilizzate per l’esfoliazione o per l’ottenimento di consistenze, fragranze o colori specifici, alcuni tipi di prodotti per la pulizia, come detersivi, ammorbidenti, prodotti fertilizzanti e fitosanitari; giocattoli, strumenti medicali e, ultimi, ma non meno importanti, materiali di riempimento granulare, come quelli utilizzati nelle superfici sportive artificiali.

L’ECHA, Agenzia europea per le sostanze chimiche, stima che ogni anno vengano rilasciate nell’ambiente circa 42mila tonnellate di microplastiche, trovate nei fondali marini, nell’acqua, nel cibo e persino nell’acqua potabile, rappresentando un rischio per la salute di tutti gli organismi viventi dal momento che, oltre a danneggiare gli ecosistemi, rischiano di entrare nella catena alimentare umana.

Già nel 2017, quando non c’era ancora consapevolezza sulla reale gravità del fenomeno, Marevivo puntò i riflettori sul problema, presentando – insieme al supporto di altre associazioni ambientaliste – una proposta di legge per chiedere la messa al bando delle microplastiche nei cosmetici. Proposta che fu approvata ed entrò in vigore dal 1° gennaio 2020, con il divieto di mettere in commercio prodotti cosmetici da risciacquo ad azione esfoliante o detergente contenenti microplastiche, come previsto dall’Articolo 1 – Comma 546 della Legge di Bilancio del 2018. Un traguardo importante non solo per la protezione del mare, ma per il nostro Paese, che per primo in Europa ha legiferato sul tema.

Le nuove misure europee, coinvolgendo tutti i Paesi dell’Unione, rappresentano un importante traguardo verso la lotta all’inquinamento da plastica ma questo non basta. Sono necessarie azioni più drastiche: rimane infatti in sospeso la gestione dei prodotti cosmetici che non prevedono risciacquo, come rossetti o smalti, che – in ragione del loro basso contributo alle emissioni complessive di microplastiche e dell’impatto potenzialmente rilevante sul settore dei prodotti cosmetici – ancora non sono stati regolamentati.

Le microplastiche sono state trovate nel nostro corpo, persino nella placenta e nel sangue. Per questo dobbiamo limitarne la dispersione nell’ambiente. In attesa di ulteriori norme in tal senso, diventano fondamentali le scelte di ciascuno di noi. Ribadiamo, pertanto, la necessità di introdurre abitudini di acquisto più consapevoli nei consumatori, affinché i prodotti in commercio contenenti microplastiche vengano individuati attraverso la lettura dei componenti e scartati. Solo l’unione di tanti piccoli gesti corretti può portare al vero cambiamento.