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17 arresti per traffico di oloturie e repressione della pesca illegale in zona protetta.
Importanti risultati grazie alla stretta collaborazione tra Guardia Costiera e Marevivo

Dopo gli ultimi sequestri del dattero di mare in Campania, Puglia e Liguria con l’arresto di 18 persone, continuano le operazioni contro i “ladri di mare”. La lotta alla pesca illegale e per la tutela delle specie marine protette non si ferma.

Nel corso del fine settimana, in Puglia, a Taranto, 17 persone coinvolte in un traffico illegale di oloturie sono state arrestate con l’accusa di disastro ambientale. Gli indagati sono accusati di aver costituito una vera e propria associazione a delinquere che nel giro di pochi anni ha sottratto alle acque ioniche tonnellate di esemplari di oloturie tanto da causare “un grave danno alla biodiversità presente nei tratti di mare interessati, nonché l’alterazione grave ed irreversibile dell’ecosistema marino”.

La pesca dell’oloturia è vietata grazie all’impegno di Marevivo che nel 2018 ha ottenuto un decreto emesso dal MIPAF che ne vieta la pesca. Purtroppo il decreto è a tempo e Marevivo continua a battersi affinché diventi definitivo.

La tutela di questi animali è necessaria poiché l’oloturia riveste un ruolo centrale per l’equilibrio dell’ecosistema: ragione, quest’ultima, che ne rende la raccolta causa di gravi e irreparabili danni per l’ambiente, di diminuzione della biodiversità ed alterazione degli equilibri ecologici.

Sempre nelle scorse ore, in Campania, a seguito di mirate attività investigative atte a proteggere la “Zona di Tutela Biologica denominata “Banco di Santa Croce”, del Comune di Vico Equense, la Capitaneria di porto di Castellammare di Stabia, di concerto con il personale della Delegazione di Spiaggia di Vico Equense e su segnalazione degli attivisti di Marevivo, hanno individuato una barca da pesca clonata attraverso la contraffazione e la successiva apposizione del numero di iscrizione della matricola su un’unità gemella, entrambe nella disponibilità di un pescatore locale che, di fatto, svolgeva contemporaneamente l’attività di pesca in due differenti punti con la medesima documentazione di bordo.

Nel 1990 fu Marevivo a chiedere e a ottenere che il Banco di Santa Croce, luogo di particolare pregio per la riproduzione di svariate specie indispensabili per la ricca biodiversità del Mediterraneo, rimasto fuori dall’Area Marina Protetta di Punta Campanella, diventasse Zona di Protezione ecologica.

Tutte queste operazioni di tutela del mare e dell’ecosistema marino sono fondamentali nella lotta ai cambiamenti climatici. Il mare, infatti, gioca un ruolo da protagonista, producendo oltre il 50% di ossigeno, catturando un terzo della CO2 e rappresentando il grande regolatore del clima con le sue correnti e maree. Questa benefica azione la esercita, tuttavia, solo se in buona salute.

Questi interventi sono la conferma di come una stretta collaborazione tra istituzioni, privati e associazioni possa fare la differenza nel raggiungimento di importanti risultati per la tutela del pianeta blu.

I ladri di mare sono anche coloro che consumano e alimentano un mercato che ha conseguenze drammatiche per il nostro mare!