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In seguito alla pandemia ancora più urgente formare una generazione responsabile nei confronti dell’ambiente

Dopo Piano di Sorrento e Ischia, al via a Bagnoli la terza e ultima tappa campana di “Nauticinblu”, il progetto di educazione e informazione ambientale di Marevivo che si rivolge agli studenti di 18 istituti nautici in tutta Italia con l’obiettivo di formare una Generazione Oceano in grado di guidare la crescita economica in un modo responsabile e attento alla sostenibilità ambientale.

Un obiettivo oggi più che mai urgente: la pandemia, infatti, si è rilevata l’ennesima dimostrazione di quanto il nostro Pianeta sia ormai stremato, e formare una nuova generazione attenta e responsabile nei confronti di temi quali la tutela ambientale e il rispetto del mare è l’unico modo per non commettere nuovamente gli errori del passato e costruire un futuro resiliente.

Oltre 200 gli studenti campani coinvolti complessivamente nel progetto: a Bagnoli l’iniziativa, realizzata grazie al sostegno di Grimaldi Lines, si rivolgerà a circa 70 studenti dell’Istituto Duca degli Abruzzi, che avranno la possibilità di confrontarsi con esperti del settore ambientale su temi quali tutela della biodiversità, impatto dei cambiamenti climatici, protezione degli oceani, economia circolare e importanza delle Aree Marine Protette.

Negli ultimi tre anni l’iniziativa, che ad oggi ha già coinvolto migliaia di studenti, ha alternato lezioni in aula a sessioni outdoor (attività di pulizia delle spiagge e di citizen science): quest’anno a causa della pandemia l’esperienza didattica si attuerà principalmente attraverso la didattica a distanza ma privilegiando collegamenti esterni con centri di recupero tartarughe, subacquei in immersione e visite virtuali nei musei.

Durante l’evento finale di premiazione, anche questo in modalità virtuale, gli studenti presenteranno il loro lavoro finale e riceveranno l’attestato di partecipazione.

“Malgrado tutte le difficoltà riscontrate quest’anno, era più importante che mai dare continuità al progetto e portare a termine gli obiettivi che ci siamo prefissati” ha dichiarato Maria Rapini, Segretario Generale di Marevivo “Un futuro che sia al contempo prospero e sostenibile è possibile, ed interessa in modo diretto le nuove generazioni: per questo vogliamo che siano consapevoli e responsabili del loro ruolo e delle loro possibilità”.

La Natura deve essere protagonista del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Apprendiamo con soddisfazione la notizia che il Presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi abbia inserito nelle consultazioni con le parti sociali previste per oggi i rappresentanti delle associazioni ambientaliste. Si tratta di un segnale importante, che ci fa sperare che il nuovo esecutivo abbraccerà la strada della sostenibilità così come indicato dal Recovery Fund.

Vorremmo contribuire all’analisi dei temi in discussione, inviando al Presidente Draghi il documento redatto e firmato da 14 associazioni del mondo ambientalista e della ricerca scientifica – già presentato al precedente Governo – che si sono unite per chiedere di prendere in forte considerazione la difesa della biodiversità e del mare, finora assenti nell’attuale bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

E’ importante rivedere l’attuale bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in un’ottica che ponga al centro la Natura, in termini di biodiversità ed ecosistemi, così come indicato dall’Unione Europea nel New Green Deal con il Next Generation EU.

Al contrario, denunciano i firmatari, nell’attuale versione del PNRR questa centralità è assente, mentre persiste quella logica “estrattiva” che ha guidato il nostro rapporto con la natura, considerata una mera “risorsa” da gestire a nostro vantaggio, e che ha portato ad un progressivo deterioramento del capitale naturale.

I capisaldi identificati dalla Commissione per la ripresa e la resilienza sono quattro, e uno riguarda la transizione verde e digitale, basata su sei pilastri: 1 – mitigazione del cambiamento climatico, 2 – adattamento al cambiamento climatico, 3 – protezione e uso sostenibile delle risorse acquatiche e marine, 4 – transizione all’economia circolare, 5 – prevenzione e controllo dell’inquinamento, 6 – protezione e restauro della biodiversità e degli ecosistemi.

L’ultima bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) non considera la Natura (in termini di biodiversità ed ecosistemi): mancano la Protezione e l’uso sostenibile delle risorse acquatiche e marine, e le misure dirette di protezione e restauro della biodiversità e degli ecosistemi.

Nel piano si cita più volte la visione di Salute Unica (One Health). Ricordiamoci tuttavia che essa vede la salute della natura come precondizione alla salute umana. La salute non si cura solo con medicina e farmacologia.

Il mondo ambientalista e quello della ricerca, quindi, richiamano il Governo alla piena adesione della visione del New Green Deal e del Next Generation EU, trattando direttamente la biodiversità e gli ecosistemi come valore primario da proteggere, conservare e gestire.

“È necessario che nel Piano siano aggiunte linee progettuali dirette e operative per la protezione e il restauro della biodiversità e degli ecosistemi” scrivono i firmatari. “La Commissione Europea considera biodiversità ed ecosistemi come trasversali a tutte le azioni proposte. Attualmente, nel PNRR, non lo sono. Lo devono diventare”.

Ci auguriamo che il nostro appello sia ascoltato e inserito nel programma di governo del nostro Paese.