Skip to main content

Con “Bluefishers” Fondazione Marevivo punta a ridurre questa grave forma di
inquinamento marino e sollecita il Governo ad intervenire al più presto

Nel comparto ittico, l’Italia detiene purtroppo un triste primato a livello europeo: è il Paese con il più alto consumo di polistirene espanso (EPS), tra i rifiuti più diffusi in mare e lungo le coste a causa della facile dispersione, della sua fragilità e del ridotto livello di riciclo. Ogni anno, la flotta italiana utilizza circa 14.000 tonnellate di polistirolo espanso, che corrispondono a quasi 50 milioni di cassette monouso impiegate per il trasporto e la commercializzazione del pescato. A mettere in evidenza il problema, che colpisce non solo l’ecosistema marino, ma anche la salute dell’uomo, è Fondazione Marevivo con “Bluefishers”, una campagna nazionale che ha l’obiettivo di ridurre il numero di cassette in polistirolo sostituendole con cassette riutilizzabili.

L’iniziativa, avviata per la prima volta nel 2023 a Viareggio, cerca di affrontare concretamente una criticità sottovalutata dal nostro Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, nonostante le numerose richieste d’intervento avanzate da Marevivo. L’obiettivo, dunque, è sensibilizzare i decisori politici e l’opinione pubblica sull’urgenza di eliminare gradualmente l’uso delle cassette in EPS nel settore ittico, coinvolgendo i diretti interessati, ovvero i pescatori, affinché vengano adottati comportamenti sostenibili.

“Nonostante l’Unione Europea abbia introdotto normative contro la plastica monouso UE 904/2019 (Direttiva SUP), attualmente né in Italia né a livello europeo esistono leggi che vietano espressamente l’uso del polistirolo nel settore della pesca – dichiara Laura Gentile, Coordinatrice Campagna Nazionale Bluefishers Marevivo.   – A livello locale in Italia si distingue solo la Regione Veneto che, con legge regionale 13 maggio 2025 n. 5 ha introdotto disposizioni per favorire la sostituzione dei contenitori di prodotti ittici in polistirene con altri in materiale sostenibile, non frammentabile, con decorrenza dal 1° gennaio 2030”.

“Tuscany Environment Foundation sostiene per la seconda volta la campagna Bluefishers, perché la plastica rappresenta un’emergenza ambientale globale e, anziché ridurla, continuiamo costantemente ad aumentarne la produzione – dichiara Laura Lo Presti, Direttore Esecutivo Tuscany Environment Foundation. – Riteniamo indispensabile dimostrare con azioni concrete che esistono alternative percorribili per invertire questa tendenza, superando l’uso indiscriminato del monouso con l’obiettivo di aumentare le soluzioni basate sul riutilizzo. Il futuro deve essere costruito fuori dall’economia lineare che estrae, produce e smaltisce senza sosta, verso sistemi circolari che preservano e rigenerano le risorse. Come ci chiede l’Unione Europea, perché conviene alla nostra salute e all’economia locale”.

Oggi a Marina di Carrara 15 pescatori della Cooperativa Alta Marea, grazie al contributo della Tuscany Environment Foundation – che sostiene la campagna sin dal suo lancio – hanno ricevuto più di 500 cassette in polipropilene e potranno dismettere quelle in polistirolo. La consegna ufficiale si è svolta questa mattina presso la Sala conferenze dell’Ufficio Territoriale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar ligure Orientale,  che ha ospitato l’evento e accolto i partecipanti, tra cui Marina Gridelli, Responsabile Delegazione Marevivo Toscana, e Laura Lo Presti, Direttore Esecutivo Tuscany Environment Foundation. Fino ad oggi in Toscana hanno aderito 120 pescatori della piccola pesca artigianale, che ormai utilizzano solo le oltre 3200 cassette riutilizzabili.

“In Toscana con Bluefishers sono state praticamente coinvolte tutte le cooperative della piccola pesca artigianale in un percorso virtuoso verso la sostenibilità. Marevivo, con il supporto dei finanziatori e la fiducia e la disponibilità dei pescatori, sta facendo tutto quanto in suo potere per contribuire a ridurre l’inquinamento da polistirolo – spiega Marina Gridelli, Responsabile delegazione regionale Marevivo Toscana. – Adesso, però, anche le istituzioni a livello regionale e centrale devono fare la loro parte. Sappiamo che il percorso è lungo e complesso, ma, vista l’adesione del comparto ittico, la strada sembra ben tracciata”.

“Confcooperative-Federagripesca Toscana ha intrapreso, attraverso le proprie associate, un cammino di transizione volto alla sostenibilità ambientale. In questi anni, così difficili per le attività economiche, la pesca cerca di fare la propria parte per la tutela del nostro ambiente – fa sapere Alessandra Malfatti, Rappresentante Federagripesca Toscana. – La campagna Bluefishers rappresenta per il settore un grande cambiamento che va ad incidere su abitudini lavorative non facili da scardinare, ma la consapevolezza che ognuno di noi deve fare la propria parte per la salvaguardia del pianeta ci incoraggia ad intraprendere la strada di questo cambiamento”.

“L’impiego delle cassette riutilizzabili in sostituzione di quelle in polistirolo può contribuire a ridurre in maniera drastica l’inquinamento marino, oltre ai costi che ne derivano in termini di smaltimento per l’intera comunità – fa sapere Angelo Batti, Cooperativa dei pescatori Alta Marea. – Proprio perché il mare è la nostra principale fonte di reddito siamo i primi a volerne preservare le risorse e l’equilibrio”.

I frammenti delle cassette in EPS, una volta dispersi in mare, anche accidentalmente, si degradano in microplastiche che danneggiano gravemente le specie e gli habitat marini ed entrano nella catena alimentare con il rischio di arrivare all’uomo attraverso il consumo di pesce. Una ricerca condotta dal Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università Politecnica delle Marche ha evidenziato come, tra le plastiche analizzate, l’EPS sia il polimero che più facilmente di altri assorbe e trasporta contaminanti metallici con potenziali ripercussioni sulla salute umana.

Secondo Marevivo, ogni rifiuto che finisce in mare annulla il processo virtuoso legato all’economia circolare, per questo è necessario oggi più che mai perseguire modelli sostenibili coinvolgendo tutti gli attori preposti, soprattutto in settori, come quello ittico, che dal mare traggono la loro principale fonte di sostentamento.

Sostieni Marevivo