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Ci deve fa riflettere che, a distanza di poche ore, due donne europee si battevano per testimoniare la necessità di passare a una conversione ecologica, una trasformazione dello stile di vita che l’Unione Europea ha votato e per la quale ha stanziato ingenti fondi (PNRR) affinché tutti i Paesi Comunitari possano effettuare una transizione reale, difficile, ma nello stesso tempo indispensabile per il futuro delle nuove generazioni.

Da una parte, Ursula von der Leyen, ha portato al World Economic Forum di Davos, in chiusura domani, le preoccupazioni di Bruxelles per i sussidi USA, in particolare per l’Inflation Reduction Act, il protezionistico piano di Joe Biden da 369 miliardi di dollari che sta causando enorme irritazione nell’UE e a cui la Presidente della Commissione Europea ha risposto proponendo un piano industriale per il “Green deal” per «rendere l’Europa la patria della tecnologia pulita e dell’innovazione industriale sulla strada dell’azzeramento delle emissioni».

Dall’altra, Greta Thunberg, la giovanissima leader ventenne che ha risvegliato le coscienze delle nuove generazioni nella lotta per l’ambiente, si faceva arrestare per aver manifestato contro l’allargamento della miniera di lignite a Lutzerath, in una Germania che sembrava portare la bandiera delle nazioni più virtuose verso la trasformazione energetica e che invece, come ha dichiarato l’attivista, ha preso la decisione “assurda” di estrarre ancora carbone nel 2023.

Cosa sta succedendo? Dove sono finiti tutti i propositi espressi a gran voce, soprattutto negli ultimi vertici globali sul clima? I cambiamenti climatici intanto si fanno sentire con la loro violenza e secondo il Climate Clock, mancano solo 6 anni e 184 giorni prima di arrivare al punto di non ritorno, all’apocalisse climatica!

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite alla Conferenza sul clima di soli pochi mesi fa dichiarava che l’umanità è su un’autostrada verso l’inferno climatico e che l’unica scelta è quella di cooperare se vogliamo evitare il suicidio collettivo. Anche Papa Francesco con la sua storica enciclica esortava a passare da predatori a custodi del nostro Pianeta: tutte voci autorevoli ed ascoltate alle quali si uniscono quelle di Ursula von der Leyen e Greta Thunberg.

Cosa stiamo aspettando? Se non troviamo il giusto equilibrio tra economia ed ecologia raggiungeremo il disastro: questa volta la sesta grande estinzione di massa toccherà alla nostra specie! La grande sfida dell’intera umanità si gioca in questa piccolissima manciata di mesi. Noi denunciamo senza sosta da quasi 40 anni la situazione in cui versa il mare e gli oceani ormai ridotti al collasso; l’inquinamento in tutte le sue declinazioni sta alterando un equilibrio che ha dato la vita al nostro Pianeta e la pesca eccessiva sta depauperando una ricchezza di biodiversità unica e irripetibile”– ha dichiarato la nostra Presidente Rosalba Giugni. “Il nostro futuro dipende dalla salute del mare e la salute del mare dipende da noi, dall’inversione di rotta che dobbiamo imprimere alla nostra barca nella quale ci siamo tutti. Ci auguriamo che queste ulteriori voci femminili di generazioni e provenienza assolutamente diverse, che si uniscono al coro, riescano a incidere sui poteri forti che sembrano sordi agli appelli e ciechi a quello che la Natura ci sta mettendo in scena!”