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Apprendiamo sgomenti di nuovi grandi appuntamenti sportivi e non su spiagge e siti naturali. Per questo, Marevivo scrive al Ministro dell’Ambiente e lo fa insieme a C.I. T.A.N.G.E. – Coordinamento Italiano Tutela Ambienti Naturali dai Grandi Eventi, che rappresenta oltre 50 associazioni nazionali, regionali e locali.

Facciamo seguito alle precedenti comunicazioni e ai ripetuti appelli lanciati dall’Associazione Marevivo, tra cui la petizione NO AI GRANDI EVENTI SU SPIAGGE E SITI NATURALI (Change.org/NoGrandiEventiSulleSpiagge), realizzata in collaborazione con LAV, ENPA, Sea Shepherd e C.I. T.A.N.G.E., che ha raggiunto ad oggi 64.101 firme, per chiederLe un intervento immediato che vieti la realizzazione di tali manifestazioni, pubbliche e private, ludico-sportive o culturali, specialmente all’interno di aree protette e  aree limitrofe, ma anche in spiagge naturali o semi-naturali che, pur essendo soggette a carico antropico, rimangono un importante serbatoio residuale di biodiversità”, riporta l’Associazione nella sua lettera.

Sono noti e certificati i danni ambientali causati dai mega concerti estivi che da anni coinvolgono numerose spiagge italiane: basti pensare all’abbattimento di alberi e allo spianamento di dune per la creazione di palchi e parcheggi che distruggono i siti di nidificazione di fratini, tartarughe e altre specie protette, oppure il calpestio delle decine di migliaia di persone che prendono d’assalto i luoghi naturali compromettendo il prezioso ecosistema dunale, protetto da Direttiva Habitat, o, ancora, l’inquinamento acustico e quello da smog che arrecano disturbo alla fauna diurna e notturna.

Le attività di pulizia post-evento non bastano a ripristinare l’equilibrio della flora preesistente, così come i presunti “ripristini” ambientali non possono ricreare artificialmente quanto la natura crea spontaneamente e sedimenta in anni. Inoltre, notevoli quantità di piccoli rifiuti, tra cui plastica, mozziconi e carta, rimanendo nella sabbia finiscono poi in mare, rappresentando una minaccia reale agli animali che lo abitano” prosegue il documento.

Per non parlare delle numerose gare di motocross organizzate nel corso del 2022 e 2023 in molte Regioni d’Italia, tra cui la Campania (Ischia), le Marche (Senigallia), il Veneto (Rosolina Mare), del concerto in Emilia-Romagna di Bruce Springsteen che ha arrecato danni gravissimi al parco pubblico Bassani di Ferrara – il cui ripristino ambientale sarà a carico della collettività – in pieno periodo di nidificazione per l’avifauna  e della recentemente annunciata manifestazione golfistica sulla spiaggia del Comune di Brancaleone (RC), all’interno di una Zona Speciale di Conservazione (ZSC) e di un parco marino regionale, dove sono stati eseguiti lavori di pulizia meccanica e spianamento, presumibilmente propedeutici a detta iniziativa, proprio nel periodo di nidificazione delle tartarughe Caretta caretta e senza, a quanto pare, alcuna Valutazione di Incidenza Ambientale obbligatoria per legge.

I CAM, introdotti con Decreto ministeriale del 19 ottobre e pubblicati in Gazzetta Ufficiale il 2 dicembre, che regolamentano gli eventi pubblici e vietano l’utilizzo delle spiagge per questi eventi, dovrebbero essere applicati anche agli eventi privati, soprattutto quando questi si svolgono sulle aree del Pubblico Demanio, spesso accordate a canoni di locazione irrisori in confronto al lucro che viene prodotto e, soprattutto, ai danni ambientali spesso irrecuperabili che si vengono ad arrecare.

Queste manifestazioni, oltre al gravissimo danno ambientale (e dunque anche erariale), rappresentano momenti di alta disinformazione per i cittadini di cui si fanno “complici” Enti e Istituzioni nel momento in cui abdicano al loro ruolo educativo e di amministrazione delle leggi italiane e delle Direttive comunitarie. Rappresentano quindi pericolosi precedenti che stanno causando un preoccupante dilagare del fenomeno “Grandi Eventi” in natura, al quale va posto freno senza indugio evitandone il ripetersi, a tutela della Costituzione, delle Leggi, dell’Ambiente, dei Beni comuni e della biodiversità” conclude il documento.