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In queste due prime decadi del terzo millennio abbiamo cominciato a renderci conto che esistono molte forme di intelligenze alternative su questo nostro pianeta. Nessuno mette in dubbio (almeno per ora) la supremazia intellettuale di Sapiens, per quanto minacciata dallo sviluppo dei robot e delle intelligenze artificiali che in alcuni campi dove è richiesto calcolo e strategia sembrano addirittura capaci di superarci. Ma questo in qualche modo la fantascienza lo aveva previsto da lungo tempo. Più sorprendenti invece sono gli studi sull’intelligenza delle piante.

Il mondo vegetale è capace di strategie sofisticate che non potremmo non definire intelligenti, di solidarietà, di comunicazione, attraverso una forma di cervello diffuso molto diverso dal nostro ma estremamente efficiente e sviluppato. Tant’è vero che proprio sull’intelligenza delle piante la scienziata Barbara Mazzolai dell’IIT sta progettando sofisticati robot capaci di esplorare sottoterra, arrampicarsi su pareti perpendicolari e forse, un domani, di farsi strada all’interno del corpo umano attraverso la capacità di allungarsi crescendo dalle estremità.

Negli ultimi tempi l’interesse del pubblico (ma anche degli scienziati) si sta focalizzando sui polpi, invertebrati dotati di curiosità (che è una delle qualità precipue dell’intelligenza) di empatia, di giocosità e dell’abilità di eseguire compiti complessi, come svitare e aprire un coperchio. Ma non solo. Si è recentemente constatato che il sonno dei polpi è molto simile a quello degli umani e più in generale dei mammiferi. Si sviluppa cioè in due fasi, di cui una contraddistinta da un movimento oculare simile a quello del nostro sonno REM, che farebbe presupporre la presenza di sogni. Fatto sta che durante questa fase i polpi cambiano colore e il loro corpo presenta delle contrazioni. Difficile capire se e che cosa i polpi sognano. Ma l’alternanza delle due fasi durante il periodo di riposo deve avere una utilità e uno scopo. Quello del sonno Rem negli umani sembra serva a consolidare la memoria e l’apprendimento, e forse a elaborare emozioni, ed è strettamente collegato alla coscienza. Hanno una forma di coscienza anche i polpi? Chi ha visto il docufilm “My octopus teacher” su Netflix qualche sospetto comincia ad averlo.

Restando al mondo acquatico, ci sono studi che dimostrano come i pinguini abbiano pattern di linguaggio simili a quello umano, con la possibilità di articolare sequenze vocali con sillabe di diversa durata e la ripetizione di suoni che potrebbero essere paragonati alle parole -sebbene secondo i neurolinguisti la sintassi , ovvero il linguaggio articolato e capace di astrazione, appartiene solo agli esseri umani ed è ad essa che dobbiamo la nostra supremazia evolutiva.
Intelligenti sono sicuramente i delfini, che in Israele vengono utilizzati nella terapia del post traumatic stress disorder, per la loro capacità di creare legami affettivi e terapeutici -a chi non l’abbia visto consiglio il documentario “Dolphin Boy “su Prime Video.

Se possiamo parlare di intelligenza nelle piante e negli animali marini, che dire degli insetti? Si sa che le drosofile, i moscerini della frutta, sono utilizzate nei laboratori di neuroscienze come modello genetico per varie malattie umane, inclusi i disturbi neurodegenerativi come la malattia di Parkinson, la Corea di Huntington e l’Alzheimer.
Per non parlare delle api, insetti che hanno sviluppato una ingegneria abitativa, una capacità produttiva e una organizzazione sociale assolutamente straordinarie. Può essere addebitata solo a un determinismo inconsapevole la loro capacità di costruire arnie secondo la successione aurea di Fibonacci? Le api sono considerate indispensabili alla vita sul pianeta. Senza di loro non avverrebbe l’impollinazione e si romperebbe l’equilibrio del mondo vegetale, e quindi dell’approvvigionamento alimentare del pianeta.

Purtroppo la popolazione delle api negli ultimi anni è declinata in modo preoccupante, con grande allarme degli scienziati. Le cause sono molteplici: il riscaldamento globale, i pesticidi, la distruzione degli habitat vegetali. E anche malattie misteriose che hanno decimato le api. In Israele, sempre all’avanguardia nel campo dell’agricoltura, stanno nascendo numerose start up dedicate a questi insetti operosi e intelligenti. BeeHero installa sensori che rilevano la temperatura, l’umidità, la quantità di polline nelle arnie e attraverso algoritmi che analizzano i dati arriva a determinare lo stato di stress delle colonie di api e dell’ape regina. Beehomes ha creato delle casette che alloggiano fino a 40 arnie e sono accudite da robot in grado di diagnosticare in ogni momento lo stato di salute, la produzione di miele e le necessità degli alveari. individuando precocemente disfunzioni, malattie e problemi. Altre start up si occupano dell’impollinazione e del ripopolamento,

L’umanità sta cominciando finalmente a comprendere che il senso di supremazia generato dalla consapevolezza della nostra intelligenza ci ha impedito troppo a lungo di considerare e dare valore all’intelligenza della natura e alla necessità di rispettare l’equilibrio meraviglioso del mondo vegetale e animale. Troppo a lungo lo abbiamo razziato, ritenendoci detentori di un diritto inalienabile sull’universo “stupido”. È giunto il momento di renderci conto che esistono nella natura forme diverse di intelligenza e che dal loro equilibrio dipende la nostra prospettiva di sopravvivenza.

di Viviana Kasam