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La Grande Barriera Corallina australiana, la più grande al mondo, ha perso metà dei suoi coralli negli ultimi trent’anni.

Com'è potuto accadere?

Il cambiamento climatico in atto sul pianeta è il risultato delle attività umane.

La Terra si sta riscaldando per effetto dell’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera e questo provoca oceani sempre più caldi e acidi. I coralli che vivono nelle barriere coralline tropicali sono estremamente sensibili al calore e tollerano solo variazioni molto più piccole di quelle che si stanno verificando a causa del cambiamento climatico.

La Grande Barriera Corallina australiana sta subendo il fenomeno dello sbiancamento dei coralli e quello dell’acidificazione degli oceani.

Lo sbiancamento dei coralli

All’interno dei coralli vivono delle piccole alghe che oltre a fornire energia, conferiscono loro anche gran parte del colore. Quando la temperatura aumenta queste alghe muoiono e il tessuto corallino diventa trasparente rivelando lo scheletro sottostante. Se queste condizioni persistono i coralli possono morire. Se le condizioni originarie si ripristinano i coralli possono riprendersi pur con diminuzioni e perdite.

L'acidificazione degli oceani

L’acidificazione degli oceani, dovuta anch’essa all’aumento della CO2 disciolta nell’acqua, provoca un cambiamento della composizione chimica dell’acqua stessa e una diminuzione del carbonato di calcio, sostanza indispensabile che serve a molto organismi, tra cui i coralli, per costruire il proprio scheletro.

Questo grande ecosistema, da cui dipendono l’economia di interi continenti e la vita di milioni di persone oltre che del pianeta, va protetto e il suo deterioramento va fermato riducendo le emissioni globali e limitando in ogni modo qualsiasi forma di inquinamento, degrado o sovra sfruttamento.